Netanyahu al Congresso Usa: "È uno scontro tra barbarie e civiltà"
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu si è presentato ieri al Congresso degli Stati Uniti, dove ha avuto modo di esporre la sua visione riguardo alla guerra in corso a Gaza. L’evento, caratterizzato da emocioni contrastanti, ha visto una notevole assenza tra le fila dei Democratici, con circa cento membri che hanno scelto di non partecipare, inclusi nomi di spicco come il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris.
"Cari amici, sono venuto qui per dirvi che noi vinceremo." Con queste parole Netanyahu ha dato inizio al suo intervento, che ha generato una reazione di applausi misti a fischi al momento del suo ingresso. Il discorso ha toccato un tema divisivo: “Quello che sta accadendo non è uno scontro di civiltà, ma tra barbarie e civiltà” ha dichiarato, aggiungendo che "per far trionfare le forze della civiltà, Usa e Israele devono stare insieme."
L’apparizione del premier israeliano ha scatenato proteste sia all’interno che all’esterno di Capitol Hill. Fuori, le forze dell’ordine hanno effettuato oltre duecento arresti tra i manifestanti, mentre la polizia ha impiegato spray al peperoncino per disperdere la folla che cercava di avvicinarsi al Campidoglio. Netanyahu, nel suo resoconto, ha deriso i manifestanti definendoli "utili idioti dell’Iran."
Dentro il Congresso, anche la voce della congressista Rashida Tlaib si è levata in opposizione al premier. Tlaib, in segno di protesta, ha alzato un cartello su cui era scritto “colpevole di genocidio.” La sua dichiarazione riflette una critica acuta alla politica di Israele nei confronti dei palestinesi, sollevando interrogativi sul trattamento riservato a quella popolazione e sottolineando la necessità di una solidarietà attiva.
"Il governo dell’apartheid israeliano sta commettendo un genocidio contro i palestinesi," ha affermato Tlaib, aggiungendo: “I palestinesi non verranno cancellati.” Attraverso il suo profilo social ha invitato i cittadini a sostenere coloro che protestano, rivendicando il diritto al dissenso.
L’intervento di Netanyahu e le reazioni suscitate dal suo discorso riaccendono il dibattito internazionale sulle tensioni israelo-palestinesi, evidenziando le profonde divisioni politiche e sociali che caratterizzano l’attuale panorama. Mentre il premier cerca di rafforzare l’alleanza tra Israele e Stati Uniti, le voci critiche di figure come Rashida Tlaib pongono interrogativi su giustizia, diritti umani e le responsabilità del governo israeliano.