Luca Mori chiede il cambio di nome: "Rischio di vita accertato"
Bologna – Luca Mori, noto per essere l’ex boss della mala del Brenta, ha lanciato un appello per ottenere il cambio di nome a causa di un grave tema di sicurezza personale. Il 70enne, la cui vera identità è Felice Maniero, ha dichiarato di trovarsi in una situazione di pericolo da quando, nel 2015, la trasmissione "Report" ha rivelato pubblicamente chi fosse.
Da un anno e mezzo, Mori ha presentato ripetute richieste per cambiare identità, ma senza ricevere alcuna risposta dalla Prefettura di Venezia e dal Ministero degli Interni. "Non ci rispondono nemmeno", ha lamentato Mori, evidenziando la sua urgenza di protezione. Secondo quanto riportato, il rischio di vendette da parte dei suoi ex affiliati è aumentato notevolmente, specialmente ora che molti di loro sono tornati in libertà.
Dopo aver trascorso quattro anni in carcere per la denuncia di violenza della sua ex compagna, Marta Bisello, da giugno dello scorso anno Mori è tornato in libertà. "La documentazione sul mio rischio di vita è stata presentata in Tribunale," ha affermato, sottolineando che la necessità di un cambio di identità è stata riconosciuta dalle autorità competenti. La sua preoccupazione non riguarda solo la sua incolumità, ma anche quella della madre, oggi novantaquattrenne, per la quale è stata presentata una domanda di cambio di cognome.
Mori, con l’assistenza del suo legale Rolando Iorio, ha raccontato di due tentativi già falliti di attentati alla sua vita, avvenuti nel 2018 e nel 2019, entrambi sventati grazie all’intervento dei Carabinieri. "Ormai il nome Luca Mori lo conoscono tutti," ha detto l’ex boss, aggiungendo che "tanto varrebbe tornare a essere Felice Maniero."
La richiesta di cambio di nome era stata presentata per la prima volta il 25 aprile del 2023, evidenziano la necessità di salvaguardare la propria incolumità a causa delle minacce ricevute. "Dopo la rivelazione fatta da ‘Report’, la mia sicurezza è stata compromessa," ha concluso, rimarcando l’assoluto silenzio da parte delle istituzioni dopo l’ultimo sollecito avvenuto a marzo di quest’anno.
La vicenda di Luca Mori mette in luce non solo le complessità legate alle identità di chi ha vissuto nel crimine, ma anche le carenze nel sistema di protezione per chi ha deciso di collaborare con la giustizia e di distaccarsi dal proprio passato.