Catania: Scoperta l’Operazione Leonidi Bis, 13 Arresti per Mafia e Traffico di Cocaina!

Operazione "Leonidi bis": 13 arresti per mafia e traffico di cocaina a Catania

Catania – Il 2 agosto 2024, una vasta operazione condotta dai Carabinieri ha portato all’arresto di 13 persone nella provincia di Catania e Agrigento, accusate di associazione di tipo mafioso e traffico di stupefacenti. L’operazione, denominata "Leonidi bis", è stata orchestrata su incarico della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, in risposta a un’indagine iniziata nel maggio del 2023.

L’odierno provvedimento segue un altro fermo avvenuto lo scorso dicembre, quando 9 indagati, legati alla temuta famiglia mafiosa "Santapaola-Ercolano", erano stati arrestati per aver pianificato un attentato ai danni di un esponente rivale del clan, Pietro Gagliano. Questo tentativo di omicidio, scaturito da tensioni tra clan rivali, mette in luce la presenza di una mafia in evoluzione, contrapposta alla “vecchia mafia” dei leader tradizionali.

La mafia si riorganizza

Le indagini hanno rivelato tentativi di riorganizzazione all’interno della famiglia mafiosa, duramente colpita dalle operazioni delle forze dell’ordine. I Carabinieri hanno osservato una netta distinzione tra la "vecchia mafia" e una nuova generazione di affiliati, più audaci e inclini a esibire il proprio status sui social media. Questa evoluzione è emersa in particolare attraverso il coinvolgimento di giovani, come Giuseppe Pistone, che ha assunto un ruolo di spicco nel traffico di stupefacenti, dimostrando abilità organizzative inattese.

Comunicazioni illecite dal carcere

Un aspetto allarmante emerso durante le indagini è la continua attività dei mafiosi anche mentre sono detenuti. Diversi storici affiliati, nonostante la detenzione, hanno mantenuto il controllo sulle dinamiche criminali, comunicando con i sodali liberi attraverso dispositivi telefonici illecitamente introdotti nei penitenziari. Questo fenomeno mette in evidenza la permeabilità degli istituti penitenziari, in cui i detenuti riescono a impartire direttive e mantenere un legame con la vita criminale esterna.

Tra i leader attivi dal carcere troviamo Salvatore Battaglia, una figura emblemática del fascicolo, capace di influenzare le decisioni del clan nonostante la sua condanna. Le indagini hanno dimostrato che gli affiliati detenuti ricevono anche un "stipendio" dai proventi illeciti dell’associazione, riaffermando così il loro legame con il sodalizio mafioso.

Un clima di tensione crescente

L’operazione ha inoltre rivelato un clima di crescente tensione e rivalitĂ  tra gruppi all’interno della mafia catanese, con episodi di violenza imminente. Il 19 ottobre 2022, ad esempio, un membro del “gruppo Nizza” è stato arrestato in possesso di armi pesanti, segno di una “corsa alle armi” tra i clan.

I Carabinieri hanno anche documentato nuove figure pronte a prendere le redini del traffico di stupefacenti. Giuseppe Pistone è emerso come un giovane promettente, in grado di gestire una rete di spaccio organizzata attraverso applicazioni di messaggistica, altro simbolo della mafia moderna.

Conclusioni

Il risultato di questa operazione mette in luce non solo la persistenza della criminalitĂ  organizzata in Sicilia, ma anche la sua capacitĂ  di evolversi e adattarsi, sfidando le forze dell’ordine e la magistratura a ogni passo. Gli arrestati dovranno ora affrontare le accuse in un processo che dovrĂ  verificare la consistenza delle accuse, in attesa di un contraddittorio.

L’operazione "Leonidi bis" rappresenta quindi un importante passo nella lotta contro la mafia, ma evidenzia al contempo le sfide continue che le forze dell’ordine e la società civile devono affrontare nella lotta alla criminalità organizzata.