Iran denuncia l’uccisione del leader politico di Hamas da un colpo a distanza ravvicinata

L’Iran: Ismail Haniyeh ucciso in un attentato, non in un raid aereo

Il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC) dell’Iran ha rilasciato un comunicato scioccante, affermando che il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, è stato ucciso in un attentato avvenuto a Teheran e non in un presunto raid aereo, come precedentemente riportato. Secondo l’IRGC, Haniyeh sarebbe stato colpito da “un proiettile a corto raggio” con una “testata di circa 7 kg”, seguito da una “forte esplosione” all’esterno della sua stanza.

Quest’affermazione giunge in un contesto di crescente tensione internazionale e accuse contro “il regime sionista” e gli “Stati Uniti”, accusati di essere i principali artefici di questo attentato pianificato. La situazione è ulteriormente complicata da una serie di arresti in Iran, dove oltre due dozzine di funzionari sono stati fermati, ritenuti responsabili di una falla nella sicurezza, secondo quanto riportato dal New York Times.

Haniyeh si trovava a Teheran per partecipare alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, quando è avvenuto l’attentato. Il leader di Hamas, al centro di recenti conflitti contro Israele, all’epoca era ospite di una foresteria gestita da membri dell’esercito iraniano.

L’intensificarsi delle indagini ha rivelato dettagli inquietanti riguardo l’operazione. Secondo il Telegraph, il Mossad, servizio di intelligence israeliano, sarebbe stato coinvolto, avendo corrotto membri delle Guardie rivoluzionarie per facilitare l’ingresso e l’uscita dei suoi agenti dall’Iran. La stampa israeliana ha rilanciato le affermazioni, suggerendo che Haniyeh sarebbe dovuto morire durante il funerale del compianto presidente Ebrahim Raisi, ma l’operazione era stata sospesa per timori di fallimento.

Anche se Israele non ha confermato direttamente il suo coinvolgimento nell’uccisione di Haniyeh, Teheran ha rapidamente indicato Tel Aviv come colpevole dell’attentato. In risposta, il presidente statunitense Joe Biden ha avvertito che l’uccisione del leader di Hamas “non aiuta la pace” in Medio Oriente.

Ali Vaez, direttore per l’Iran dell’International Crisis Group, ha commentato sull’importanza di proteggere l’immagine del regime: “L’idea che l’Iran non riesca a proteggere se stesso né i suoi alleati chiave potrebbe essere fatale per l’esistenza del regime.”

L’attentato a Haniyeh segna una nuova escalation nel giĂ  teso panorama geopolitico del Medio Oriente, sollevando interrogativi sul futuro delle relazioni tra Iran, Hamas e Israele, e sul ruolo che gli Stati Uniti potrebbero continuare a svolgere nella regione.