79 anni dall’esplosione della bomba di Hiroshima: le parole del portavoce della Consulta per la Pace Lo Cascio

Palermo ricorda l’esplosione di Hiroshima: un appello per la pace

Il 5 agosto 2024 segna il 79mo anniversario dell’esplosione della bomba atomica su Hiroshima, un evento tragico che ha segnato profondamente la storia del XX secolo. In questa occasione, il Comune di Palermo ha rinnovato il proprio impegno per la pace, attraverso una dichiarazione del portavoce della Consulta per la Pace, Francesco Lo Cascio.

“Dopo l’apprezzamento del sindaco Lagalla, la Consulta per la Pace presenta un ordine del giorno per chiedere la ratifica da parte dell’Italia al Trattato ONU sulla proibizione delle armi nucleari”, ha affermato Lo Cascio. Questo importante passo, proposto dall’intergruppo consiliare per la Pace e i Diritti Umani con Alberto Mangano come primo firmatario, mira a coinvolgere il governo italiano in un impegno concreto contro la proliferazione nucleare.

Nella sua dichiarazione, Lo Cascio ha ribadito che “il Trattato è già stato firmato da 90 paesi e ratificato da 60, primo tra tutti il Vaticano”. Questo segnale volontaristico di molti stati implica un ampio consenso internazionale per una causa che promuove un mondo senza armi nucleari, un obiettivo che Palermo desidera sostenere attivamente.

Oltre a rappresentare il ricordo di una delle pagine più buie della storia, il 79mo anniversario di Hiroshima serve anche da motivazione per riflettere su quanto lontano l’umanità debba arrivare per raggiungere una pace duratura. La Consulta per la Pace di Palermo ha colto l’occasione per sottolineare come la libertà da armi letali non debba essere un sogno ma una realtà concreta e condivisa.

In un’epoca in cui le tensioni geopolitiche continuano a rappresentare un pericolo per l’equilibrio globale, le iniziative come quelle del Comune di Palermo sono fondamentali per rimanere uniti in un appello collettivo a favore della pace e della sicurezza internazionale. La città, attraverso la sua amministrazione, dimostra così non solo un ricordo vivo dei tragici eventi passati, ma anche una volontà attiva di contribuire alla costruzione di un futuro senza conflitti e violenze.