Triatleta belga svela il mistero: non c’era Escherichia coli nella Senna!

L’Escherichia coli che non lo era: la triatleta belga scagiona la Senna

Nel cuore delle polemiche legate all’acqua del fiume Senna, la triatleta belga Claire Michel ha scagionato sul campo il corso d’acqua parigino dall’acusa di aver causato i suoi recenti malesseri. Contrariamente alle prime notizie che la dipingevano come la prima "vittima" di un presunto inquinamento, Michel ha spiegato attraverso i social media di essere stata colpita da un virus, non da Escherichia coli come inizialmente ipotizzato.

La situazione è riuscita a sollevare un gran polverone, alimentato da un comunicato del comitato olimpico belga che, domenica, ha annunciato il ritiro della squadra dalla staffetta mista di triathlon a causa delle condizioni di salute di Michel. Pochi giorni dopo, anche la Svizzera ha deciso di sfilarsi, con Adrien Briffod che ha manifestato sintomi di malessere dopo la gara di triathlon maschile.

Nel frattempo, nonostante le rassicurazioni degli organizzatori delle Olimpiadi sulle buone condizioni delle acque, gli atleti italiani non si sono mostrati del tutto fiduciosi. Infatti, le stelle della 10 km in acque libere, tra cui Gregorio Paltrinieri e Giulia Gabbrielleschi, hanno scelto di allenarsi in piscina piuttosto che nel fiume, mantenendo alta l’attenzione sul tema della sicurezza.

La questione solleva interrogativi significativi sul trattamento dei corsi d’acqua in vista degli eventi olimpici e sull’affidabilità delle informazioni fornite dagli organizzatori. Con la crescente tensione tra le varie delegazioni, la situazione richiede un monitoraggio continuo e trasparente, soprattutto in un contesto tanto significativo come quello delle Olimpiadi.

Claire Michel, attraverso il suo canale Instagram, ha sottolineato come ci siano state "informazioni un po’ contrastanti" sulle sue condizioni, confermando così l’allerta sui rischi sanitari legati alle gare in acque aperte, ma anche la necessità di fare chiarezza. La sua dichiarazione potrebbe rappresentare un punto di svolta per le discussioni riguardanti la salute degli atleti e la qualità dell’acqua in cui si svolgeranno le competizioni.

I giorni a venire saranno cruciali per valutare l’evoluzione di questa situazione e per garantire la sicurezza di tutti i partecipanti alle Olimpiadi di Parigi 2024.