Trento e Bolzano nel mirino degli animalisti: uccisioni di orsi e lupi in provincia
Il mondo animalista è in subbuglio per le recenti decisioni delle amministrazioni provinciali di Trento e Bolzano, che hanno autorizzato l’abbattimento di animali selvatici. In particolare, la Provincia di Bolzano ha recentemente preso provvedimenti per eliminare due lupi in Val Venosta, una situazione che ha scatenato la reazione dell’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa).
La controversa ordinanza di Bolzano
Il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, ha firmato un’ordinanza il 12 agosto, giustificando l’uccisione dei lupi a seguito di presunti episodi di predazione neanche confermati. Secondo l’Enpa, tale ordinanza “è solo l’ultima di una serie di decisioni che sembrano essere più orientate a compiacere l’opinione pubblica piuttosto che risolvere realmente i problemi legati alla presenza di fauna selvatica”.
L’associazione ha sottolineato che il periodo di due mesi tra i presunti attacchi avrebbe dovuto permettere ai proprietari degli animali di adottare misure preventive adeguate. Tuttavia, l’Enpa chiede che vengano rese pubbliche le modalità delle presunte predazioni, avvertendo che “è fondamentale verificare la veridicità di tali incidenti”.
Richiesta di trasparenza
In risposta a questa situazione, l’Enpa ha attivato il proprio ufficio legale per impugnare l’ordinanza e ha richiesto l’accesso ai rapporti della Forestale e al parere dell’Ispra (Istituto per la Ricerca e la Protezione dell’Ambiente) relativamente all’uccisione dei due lupi. Secondo l’associazione, l’Ispra non ha espresso pareri specifici sulla necessità di uccidere gli animali, limitandosi a confermare che l’ordinanza rispetta la legge "ammazza-lupi" approvata nel 2023.
Preoccupazioni per l’incolumità degli animali
L’Enpa ha sollevato dubbi significativi sulle misure di prevenzione adottate dai proprietari degli animali. “Quali strumenti sono stati utilizzati? Funzionavano correttamente? Fedeli al recente passato, gli elettrificati erano messi a punto o trascurati?”, si chiedono gli animalisti. La preoccupazione è che questi eventi possano ripetersi senza che vengano prese debite precauzioni.
Scenari inquietanti e paralleli con un passato recente
La questione si complica ulteriormente se osserviamo che la tempistica di questo nuovo provvedimento coincide con una situazione analoga avvenuta un anno fa. Allora, Kompatscher era stato costretto a fermare un’ordinanza simile grazie all’intervento del Tar di Bolzano. “Le ordinanze di uccisione non sono una soluzione”, ribadisce l’Enpa. “Invece, sono il sintomo di una incapacità di convivere con la fauna selvatica.”
L’ensemble di queste azioni, sommate a dichiarazioni potenzialmente “terroristiche” fatte da esponenti politici e associazioni di categoria, alimenta un clima di insicurezza attorno alla fauna selvatica e potrebbe favorire il bracconaggio. Come concluso dall’Enpa, “la vera sfida è trovare un modo per convivere pacificamente con lupi, orsi e altri animali selvatici, anziché eliminarli”.
Le ordinanze di uccisione stanno scatenando un acceso dibattito in tutto il paese, mettendo in evidenza la crescente tensione tra la necessità di proteggere la fauna selvatica e le preoccupazioni legate alla sicurezza degli animali domestici e all’allevamento. La questione si fa quindi sempre più complessa e richiede un approccio più equilibrato e pensato, in grado di affrontare le sfide ecologiche in atto.