‘Finché l’ultimo canta ancora’: Un Homage alla Dignità del Popolo Afghano
Un nuovo inno alla resilienza e alla dignità del popolo afghano è stato realizzato attraverso una graphic novel dal titolo evocativo: ‘Finché l’ultimo canta ancora’. A tre anni dal ritorno al potere dei talebani e dalla caduta di Kabul, questo progetto vive di storie vere e una narrazione intensa che mira a smontare stereotipi e a testimoniare la realtà complessa del paese.
Le autrici, Margherita Tramutoli, in arte La Tram, e Francesca Torre, sono state protagoniste di un viaggio in Afghanistan, dove hanno visitato diversi centri di Emergency, inclusi quelli strategicamente collocati a Kabul e Lashkar-gah. Durante questo soggiorno, hanno potuto raccogliere esperienze dirette dalla popolazione e dare forma a un viaggio visivo che non è solo informativo, ma profondamente umano.
“Ho fatto un grande studio sui colori per realizzare questo fumetto”, racconta Tramutoli. La sua scelta di una palette satura, caratterizzata da tonalità di ocra e blu, riflette la vasta gamma emotiva e le sfide affrontate dagli afghani: frustrazione, rabbia, ma anche una potente resilienza e un attaccamento alla vita.
A rendere ancora più urgente questo racconto è il contesto attuale: la situazione in Afghanistan è drammatica. Secondo Emergency, circa 23,7 milioni di persone su 40 milioni necessitano di assistenza umanitaria, un’indicazione chiara del declino economico e sociale che il paese ha subito da quando i talebani sono tornati al potere. Le statistiche parlano di 12,4 milioni di persone in insicurezza alimentare, e il 48% della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Questa situazione è esacerbata dal taglio dei fondi da parte dei donatori internazionali, colpendo duramente le spese pubbliche.
Nel raccontare le storie delle persone incontrate, Tramutoli ha notato una sorprendente resilienza. “Ho trovato un popolo forte e resiliente, che con dignità lotta per una vita normale”, ha dichiarato, aggiungendo che la narrazione non è solo un documento di crisi, ma anche un canto di speranza. Le storie di giovani medici, donne forti e famiglie premurose emergono dal fumetto, dipingendo un quadro denso di umanità.
“Dalle risposte vaghe e quasi imbarazzate ho capito che pianificare o immaginare l’avvenire è un lusso che non tutti possono permettersi,” spiega Torre, riflettendo sulla precarietà che costringe le persone a vivere nel presente. La morte, purtroppo, è diventata parte della quotidianità, ma allo stesso tempo ha creato solidarietà tra i membri della comunità.
Una delle immagini più poetiche emerse durante il processo creativo è stata l’usanza di organizzare gare di canto tra uccellini, dove il vincitore è l’uccello che canta per ultimo. “Questa pratica ci è sembrata un simbolo potente dello spirito di resistenza del popolo afghano,” dice Torre. “Un canto alla vita che afferma: ‘Non sarà finita finché l’ultimo canta ancora’.”
La graphic novel, disponibile anche in formato digitale, non è solo un’opera artistica ma un importante documento di denuncia e solidarietà. Pubblicata a marzo e sostenuta da fondi europei, ‘Finché l’ultimo canta ancora’ rappresenta un contributo significativo alla lotta per i diritti e la dignità degli afghani, rendendo visibile una realtà che troppo spesso resta in ombra.
In un momento critico per l’Afghanistan, questo progetto risuona come un messaggio di speranza, una testimonianza che il canto della vita continua, e che finché ci sarà qualcuno disposto a raccontare, la dignità non sarà mai perduta.