Agrigento in prima linea contro i "souvenir mafiosi"
Un’importante iniziativa sta prendendo piede ad Agrigento, dove il sindaco Francesco Miccichè ha emesso un’ordinanza che vieta la vendita di gadget e souvenir che richiamano, in termini positivi, il fenomeno mafioso. L’atto legislativo rappresenta un passo significativo nella lotta contro la glorificazione della mafia e contro la strumentalizzazione di simboli legati a "Cosa nostra".
Oltre a t-shirt con immagini del "padrino", nei negozi agrigentini non saranno più disponibili calamite raffiguranti personaggi mafiosi o oggetti, come taglieri e boule de neige, che celebrano l’immaginario mafioso. Questa decisione mette al bando una serie di articoli considerati non solo inappropriati, ma anche lesivi dell’immagine della Sicilia.
Non è la prima volta che simili provvedimenti vengono varati nell’isola. Già nel 2021, il comune di Cinisi, luogo simbolo della lotta contro la mafia grazie all’opera di Peppino Impastato, aveva adottato misure analoghe. Un’ulteriore restrizione era stata introdotta nel settembre 2023, quando la Giunta Regionale vietò la vendita di souvenir legati alla mafia sui traghetti tra Messina e Villa San Giovanni.
L’ordinanza di Agrigento segna un ulteriore passo verso la modifica della percezione del patrimonio culturale siciliano, puntando a ridurre la commerciabilità di oggetti che possano richiamare con nostalgia un’epoca buia della storia italiana. L’amministrazione comunale spera che questa iniziativa possa contribuire a promuovere una visione della Sicilia lontana dai cliché mafiosi.
La decisione è stata accolta con favore da molti cittadini e attivisti, che vedono in questo provvedimento un’opportunità per rinforzare l’immagine della regione, mettendo in risalto le sue bellezze e le sue tradizioni, lontano da ogni associazione con attività criminali. La battaglia contro l’iconografia mafiosa sembra destinata a continuare, attraverso scelte legislative che riflettono un cambiamento sempre più presente nella società siciliana.