Fermo all’osservatorio astronomico sul Monte Mufara: le associazioni ambientaliste in campo
BOLOGNA – È in corso una mobilitazione da parte di importanti associazioni ambientaliste contro la costruzione di un osservatorio astronomico sulla cima del Monte Mufara, una delle vette più elevate delle Madonie, in Sicilia. Il Club Alpino Italiano (Cai), Legambiente Sicilia, Lipu e Wwf hanno presentato un ricorso al Tar della Sicilia, sostenuti dall’avvocato Antonella Bonanno, con l’obiettivo di fermare il cantiere in una zona di tutela integrale.
Il progetto, che prevede l’installazione di una struttura di 800 metri quadrati e un’altezza di oltre 13 metri, è stato avviato senza, secondo le associazioni, le necessarie autorizzazioni. "Mancano il parere del Consiglio regionale per la Protezione del Patrimonio Naturale e l’autorizzazione paesaggistica della Soprintendenza ai Beni Culturali", affermano i rappresentanti delle associazioni, evidenziando irregolarità nel procedimento. Il ricorso al Tar rappresenta solo una parte di una lunga battaglia a difesa del Monte Mufara, un sito di rilevante interesse naturalistico, dichiarato anche Geopark dall’Unesco.
Inizio lavori e irregolarità segnalate
Nei giorni scorsi, un cartello di inizio lavori è comparso sul sito, suscitando la preoccupazione delle associazioni, che temono un impatto negativo sull’ecosistema locale. Il progetto prevede la costruzione di una pista carrozzabile per l’accesso alla cima, un intervento che potrebbe danneggiare irrimediabilmente l’ambiente circostante.
Secondo il comunicato, le sigle ambientaliste sostengono che ci siano state continui tentativi di modificare le normative per superare i vincoli di tutela, come si evince dall’articolo 9 del Dl 104/2023, contestato per la sua natura derogatoria. Cai, Legambiente, Lipu e Wwf non si fermano qui e annunciano la volontà di denunciare penalmente l’operato degli enti coinvolti, chiedendo il sequestro del cantiere, mentre sollecitano un confronto costruttivo sulle potenziali alternative.
Richieste e future azioni
Le associazioni rivendicano attivamente il loro ruolo nella difesa dell’ambiente e denunciano un “rifiuto inaccettabile” da parte delle istituzioni competenti a discutere il merito della questione. “Fermate le ruspe” è l’appello forte e chiaro, affinché si evitino forzature procedurali e si valutino progetti alternativi per la ricerca scientifica, come quello di Monte San Salvatore.
In un contesto di attenta osservanza delle normative ambientali e di tutela del paesaggio, il futuro del Monte Mufara rimane incerto, ma la determinazione delle associazioni ambientaliste promette un confronto acceso sulle scelte che influenzeranno non solo il territorio ma anche il patrimonio naturale di questa area di straordinaria bellezza.