A Bolzano una nuova classe mista per proteggere i madrelingua tedesca: il Pd accusa di ghettizzazione e di contrarietà alla Costituzione.

A Bolzano, la polemica sulle nuove classi della scuola di lingua tedesca: "Un ghetto educativo" secondo il PD

Una decisione controversa ha scatenato un acceso dibattito a Bolzano, dove la preside della scuola elementare di lingua tedesca Goethe ha deciso di formare una classe esclusivamente composta da alunni che non conoscono la lingua tedesca. Questa decisione riguarderebbe principalmente i bambini stranieri e italiani, creando una divisione all’interno del contesto scolastico e sollevando interrogativi sulla natura dell’inclusione educativa.

Una scelta per tutelare i madrelingua tedesca

La preside Christina Holzer ha motivato la sua scelta affermando che, formando una classe composta solo da alunni "principianti", si evita di ostacolare l’apprendimento degli studenti di madrelingua tedesca. Secondo Holzer, "In una classe tutti gli alunni partono da zero, nessuno parla infatti tedesco", e la speranza è che questo approccio possa fungere da stimolo per i bambini. "Forse i bambini saranno più motivati perché tutti partono da zero", ha aggiunto, giustificando così la creazione di questa "classe speciale".

Le reazioni politiche

La decisione ha trovato sostenitori e critici all’interno della provincia. Il partito Svp, che difende gli interessi dei residenti di lingua tedesca, ha appoggiato la scelta, sostenendo che sia l’unica strada praticabile per non penalizzare i bambini che già conoscono la lingua. D’altro canto, il governatore altoatesino Arno Kompatscher ha espresso la sua contrarietà, sottolineando che "la scuola deve essere inclusiva per avere successo" e che la creazione di classi separate non porterebbe ai risultati sperati, essendo contraria alle normative vigenti.

Il PD denuncia una violazione dei diritti

Il Partito Democratico ha alzato la voce contro questa iniziativa, definendola "assolutamente contraria alla Costituzione". Le deputate Sara Ferrari e Irene Manzi hanno sottolineato che "la pluralità culturale è una ricchezza" che deve essere valorizzata e non relegata in classi ghetto. In un comunicato congiunto, hanno evidenziato che l’assegnazione di una classe esclusivamente a alunni di origine straniera rappresenta una chiara forma di discriminazione che viola i principi fondanti dell’uguaglianza dei diritti.

Un tema di inclusione sociale e educativa

La decisione della preside ha messo in luce un tema più ampio riguardante l’integrazione scolastica degli alunni stranieri e la loro partecipazione attiva all’interno delle dinamiche educative. “Affrontare le criticità per risolverle, anziché aggravandole con la creazione di classi ghetto, promuove una società più coesa", hanno dichiarato le esponenti del PD, invitando a ripensare le strategie di insegnamento e integrazione nella scuola.

Il dibattito è tutt’altro che chiuso e si preannunciano ulteriori sviluppi su una questione che mette in gioco non solo la politica scolastica, ma anche il futuro della diversità culturale in Trentino-Alto Adige.