La strage di Paderno Dugnano raccontata dall’assassino: una testimonianza di solitudine che ha sconvolto amici e conoscenti.

Strage di Paderno Dugnano: le parole dell’assassino sconvolgono la comunità

Il dramma che ha colpito Paderno Dugnano, comune in provincia di Milano, ha lasciato un’intera comunità sotto shock. A confessare l’orrendo delitto è un ragazzo di 17 anni, che ha ucciso madre, padre e il suo fratellino di soli 12 anni. Una tragedia che si è consumata in una notte, all’indomani di una festa per il compleanno del padre, un imprenditore edile, celebrata con parenti e amici.

Il giovane, interrogato per ore dai carabinieri, ha rivelato: “Mi sentivo un corpo estraneo in famiglia”. Queste parole raccontano di una solitudine profonda e di un disagio insopportabile. Rispondendo alle domande sulle motivazioni del suo gesto, ha dichiarato di non avere un reale movente, ma piuttosto un senso di oppressione che lo ha portato a pensare che “uccidendoli” avrebbe potuto “liberarsi” da quel malessere. Tuttavia, ha aggiunto: “Me ne sono accorto un minuto dopo: ho capito che non era uccidendoli che mi sarei liberato”. Questi stralci della confessione pongono interrogativi inquietanti sulla psiche del ragazzo e sul suo stato d’animo prima del tragico gesto.

La notte della strage, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il primo a perdere la vita è stato il fratellino, colpito mentre dormiva con decine di coltellate. La madre, attirata dalle grida, è accorsa in soccorso e ha subito la stessa sorte, mentre il padre, inizialmente ritenuto la sola vittima, è stato assassinato successivamente. Gli amici e conoscenti della famiglia, che descrivono il giovane come “un bravo ragazzo”, non riescono a comprendere la metamorfosi da studente quieto a killer.

La famiglia, descritta come unita e felice, ha sempre mantenuto ottimi rapporti, e questo ha reso il colpo ancora più duro. “Bravissime persone, tutti”, afferma un vicino di casa, evidenziando la difficoltà di spiegare un atto così atroce in una quotidianità apparentemente normale. Il ragazzo, studente dell’ultimo anno di liceo scientifico, non aveva mai mostrato segni di aggressività o problemi comportamentali.

Questa drammatica vicenda torna a sollevare importanti interrogativi sulla salute mentale degli adolescenti e sull’importanza di una rete di sostegno adeguata. La strage di Paderno Dugnano non è solo una tragedia familiare, ma un campanello d’allerta su una problematica sociale che richiede attenzione e interventi mirati.