Foggia: la sorella della 23enne morta rivela la verità dietro l’aggressione ai medici
Nella tragica scia della morte di Natascha Pugliese, una giovane di 23 anni deceduta dopo un intervento chirurgico, la sorella Tatiana ha preso la parola per denunciare l’accaduto e chiarire la reazione della famiglia contro i medici coinvolti. In un accorato post su Facebook, ha descritto la situazione come "una guerra peggiore di Gomorra", affermando che sua sorella è stata "uccisa da loro".
Il caso ha preso piede nella cronaca dopo che recenti aggressioni ai medici del Policlinico Riuniti di Foggia hanno scosso l’opinione pubblica. Tatiana ha accusato i sanitari, sottolineando che la sua famiglia dovrà "scontare un ergastolo a vita per colpa vostra". La Procura di Foggia ha aperto un’inchiesta sia sul decesso di Natascha sia sull’aggressione ai medici, che ha visto i professionisti costretti a barricarsi in una stanza.
Natascha aveva un passato di lotta e speranza: dopo un grave incidente lo scorso giugno, era entrata in coma e, una volta risvegliata, aveva iniziato un difficile percorso di riabilitazione. La sorella ha raccontato come la famiglia stesse pianificando il suo ritorno a casa, parlando di desideri e avventure a cui speravano di dare vita. Tuttavia, l’annuncio di un piccolo intervento alla trachea ha segnato una svolta tragica.
“Natascha doveva essere trasferita a Roma per l’intervento alla trachea, poiché l’ospedale di Foggia non aveva competenza in materia”, ha spiegato Tatiana, sottolineando il panico al quale sono andati incontro quando, anziché procedere con il trasferimento, l’operazione è stata programmata nello stesso ospedale.
Nel drammatico resoconto del giorno dell’intervento, Tatiana ha descritto la frustrazione e la confusione seguite dalle notizie della gravità della situazione. “Dobbiamo tornare dentro, la ragazza perde sangue”, è ciò che i medici hanno comunicato ai familiari, prima di chiudersi in sala operatoria e non tornare più.
La sorella di Natascha ha descritto la paura e il dolore provato dalla famiglia, culminato nella sconcertante notizia del decesso comunicata solo ore dopo l’uscita della ragazza dalla sala operatoria. “La mia Tascia si è addormentata con il pensiero di svegliarsi subito", ha scritto Tatiana, esprimendo il suo profondo senso di ingiustizia.
In chiusura, la sorella ha posto domande senza risposta, chiedendosi perché non sia stato richiesto un elisoccorso, e ha espresso il suo drammatico desiderio di giustizia. “Questo non è un film, qui parliamo di una ragazza di 22 anni, e una famiglia che dovrà scontare un ergastolo a vita per colpa vostra”, ha chiarito, evidenziando il dolore e l’impotenza della sua famiglia di fronte a una tragedia che ha stravolto le loro vite.
Il caso di Natascha Pugliese rimane sotto l’attenzione della giustizia e dell’opinione pubblica, mentre la richiesta di chiarezza e giustizia continua a crescere.