Torino e Puglia nel mirino della violenza contro i medici: nuovi episodi di aggressione
Roma, 10 settembre 2024 – È un vero e proprio allarme quello che si solleva dal mondo sanitario italiano, sempre più esposto a episodi di violenza. Recenti aggressioni ai danni di medici e operatori sanitari a Torino e in Salento hanno riportato alla ribalta la grave crisi che affligge le strutture sanitarie del nostro Paese. Gli ultimi due episodi, avvenuti nel giro di 24 ore, rendono evidente la gravità della situazione.
Il primo fatto si è verificato all’ospedale Don Bosco di Torino, dove una giovane dottoressa di 30 anni è stata aggredita da un rapinatore armato di coltello mentre si recava al lavoro. L’uomo, dopo aver tentato di scipparle la borsa, l’ha ferita alla mano. Fortunatamente, le ferite sono state lievi, ma la paura è stata tanta. “Quel pazzo con il coltello ha mirato all’addome, la borsa mi ha salvato la vita,” ha raccontato la vittima ai colleghi, evidenziando la drammaticità del suo intervento fortuito. Le forze dell’ordine sono subito intervenute, ma il rapinatore, al momento, resta sconosciuto.
Il secondo episodio ha avuto luogo all’ospedale Ferrari di Casarano, in Puglia. Qui, un medico specializzato in urologia è stato oggetto di una violenta reazione da parte di un paziente. In preda a un attacco di nervi durante un esame strumentale, l’uomo ha colpito il medico con un calcio, fortunatamente senza gravi conseguenze per il sanitario. Tale aggressione, per quanto non abbia comportato lesioni severe, ha spinto il professionista a sporgere denuncia contro l’aggressore.
Questi episodi si aggiungono a una lunga lista di aggressioni subite da medici e operatori sanitari in tutta Italia. La ripetitività di tali atti di violenza solleva interrogativi inquietanti sulla sicurezza degli ambienti di lavoro e sull’esperienza quotidiana di chi si dedica alla cura della salute degli altri. Appare dunque urgente avviare un dialogo tra le istituzioni, i sindacati dei medici e le forze dell’ordine per trovare soluzioni efficaci.
Questo ennesimo bollettino di guerra mette a nudo una ferita che sembra trovarsi nel cuore stesso della società italiana: la mancanza di rispetto e di protezione per chi lavora per la salute del prossimo. Uno sviluppo che non può essere ignorato e che richiede misure concrete per garantire sicurezza e dignità a chi ogni giorno indossa il camice bianco.