Jannik Sinner: La Wada non presenta ricorso, è ufficialmente libero
ROMA – Un epilogo atteso e, per molti, scontato: la World Anti-Doping Agency (Wada) ha deciso di non presentare ricorso contro la sentenza dell’Itia, che il 19 agosto scorso aveva prosciolto Jannik Sinner da ogni accusa di doping per una doppia positività al Clostebol. I termini per un eventuale ricorso sono scaduti alla mezzanotte del 9 settembre 2024 e, con la conclusione di questo capitolo, il tennista italiano può dirsi definitivamente innocente.
È il Corriere della Sera a confermare la notizia, avendo ottenuto un riscontro ufficiale dalla segreteria del TAS (Tribunale di Arbitrato Sportivo). Secondo le informazioni raccolte, la Wada, in virtù di una consuetudine, non si oppone alle decisioni delle agenzie indipendenti, come quelle di atletica, ciclismo e tennis, considerando generalmente queste sentenze come motivate a livello giuridico. Questo approccio, sebbene sicuro, ha il potenziale di risultare imbarazzante in alcuni casi, come dimostrato dalla polemica dei 23 nuotatori cinesi, trovati positivi a seguito di hamburger contaminati.
Fin dall’inizio della vicenda, le previsioni su una risoluzione favorevole per Sinner sembravano promettenti. Infatti, il tribunale si era avvalso di tre esperti di spicco di Sport Resolution, i quali, attraverso una particolare analisi che copriva 33 pagine, avevano dimostrato che il tennista non aveva commesso alcuna infrazione. I qualificati periti includono Jean-François Naud, direttore del laboratorio Wada di Montreal; Xavier de la Torre, vicedirettore scientifico del laboratorio Wada di Roma; e David Cowan, ex direttore del laboratorio Wada di Londra, segno che la sentenza portava il "sigillo" della Wada, sebbene non in modo diretto.
I precedenti giuridici avvalorano ulteriormente il caso di Sinner. Infatti, ricorsi simili riguardanti il Clostebol hanno sempre p articulare criticità legate alla responsabilità oggettiva degli atleti, piuttosto che al dolo eventuale nel consumo di sostanze dopanti. Il caso del nuotatore brasiliano Gabriel da Silva Santos è emblematico: dopo un anno di squalifica per positività al Clostebol, era stato poi riabilitato in appello.
La chiave del successo di Sinner è stata la sua capacità di dimostrare in modo chiaro e documentato la contaminazione involontaria. Benché il dibattito sui diritti di trattamento rispetto ad altri casi ignoti possa continuare a tenere banco mediaticamente, per i tribunali l’unica verità riconosciuta è quella di Sinner, ora libero di competere per altri titoli Slam.
In conclusione, questo episodio si chiude con una nota positiva per il tennis italiano e per Jannik Sinner, il quale, ora più che mai, è pronto a tornare in campo con il suo nome ripulito da ogni dubbio.