Slow Food presenta 10 proposte ai leader del G7 per mettere il cibo al centro delle politiche globali

Da Slow Food 10 proposte per i leader del G7: Il cibo come diritto fondamentale

ROMA – Slow Food, movimento internazionale nato per promuovere un’alimentazione sana e sostenibile, ha lanciato un appello ai leader del G7 Agricoltura, attualmente riuniti a Siracusa. In un periodo caratterizzato da crisi ambientali e sociali, l’associazione sottolinea l’importanza di mettere il cibo al centro delle politiche globali, considerando il suo valore come diritto fondamentale per ogni essere umano.

In un contesto di crisi senza precedenti, Slow Food evidenzia che il modello contemporaneo di sviluppo erode le risorse naturali e la biodiversità senza restituire benessere ai cittadini, evidenziando la necessità di un cambio di paradigma. Secondo il presidente di Slow Food, Edward Mukiibi, e la presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini, è cruciale instaurare una nuova relazione con la natura e adottare pratiche agroecologiche per affrontare le sfide attuali.

Per sostenere questa necessità, Slow Food ha presentato un documento con dieci proposte concrete ai leader del G7. Questi punti mirano a incoraggiare i governi a supportare le aziende praticanti agroecologia, a garantire un’educazione alimentare obbligatoria nelle scuole e ad attuare politiche che riconoscano un giusto compenso agli agricoltori.

Le dieci proposte includono:

  1. Supporto alle aziende agroecologiche per preservare suolo e biodiversità.
  2. Educazione alimentare obbligatoria nelle scuole, con ristorazione collettiva di qualità.
  3. Politiche che garantiscono trasparenza nella catena alimentare e criteri minimi di sostenibilità.
  4. Riconoscimento di un giusto prezzo per gli agricoltori che rispettano l’ambiente.
  5. Regolamentazione degli Ogm con valutazioni dei rischi.
  6. Politiche economiche per garantire la sovranità alimentare e prevenire danni nei paesi in via di sviluppo.
  7. Riduzione degli sprechi alimentari lungo tutta la filiera.
  8. Sostegno alla pesca costiera e limitazione delle pratiche di pesca distruttive.
  9. Obbligo per le aziende di ridurre gli imballaggi e favorire il riciclo della plastica.
  10. Politiche per migliorare la salute dei mari, evitando sovvenzioni a pratiche insostenibili.

Mukiibi e Nappini sottolineano che l’agroecologia rappresenta una via d’uscita fondamentale per la trasformazione dei sistemi alimentari. Questa pratica, come ribadito da rapporti internazionali, offre un percorso verso un’alimentazione sostenibile, una sovranità alimentare garantita e una dieta sana per tutti.

“Dobbiamo superare una logica basata solo sul profitto”, affermano i leader di Slow Food, evidenziando l’urgenza di un approccio che tuteli biodiversità e risorse naturali. Questa visione include anche l’importanza dell’educazione alimentare come materia curriculare e la difesa del diritto di ogni popolo a determinare le proprie politiche alimentari.

In conclusione, mentre il movimento Slow Food si riunisce a Torino per Terra Madre Salone del Gusto, l’appello ai leader del G7 rappresenta una chiamata a un’azione collettiva per un futuro alimentare equo e sostenibile. Mukiibi e Nappini credono fermamente che un intervento sostanziale e immediato possa contribuire a garantire un cibo buono, pulito e giusto per tutti.