Il parere dello psicoterapeuta: Vietare i cellulari ai genitori, non agli adolescenti, perché sono loro a essere più vulnerabili!

I Cellulari: Vietati ai Genitori, Non agli Adolescenti

Nel dibattito contemporaneo sull’uso degli smartphone tra i giovani, va in scena una provocazione che sposta il focus sui genitori. Matteo Lancini, psicoterapeuta dell’età evolutiva e direttore del centro Minotauro, ha recentemente affermato che dovrebbero essere i cellulari a essere vietati ai genitori, non agli adolescenti. Le sue dichiarazioni, rilasciate durante un incontro a Modena, mettono in luce una problematica spesso trascurata: l’uso inappropriato del cellulare da parte degli adulti, che influisce negativamente sui giovani.

“Riprendiamo i figli con il cellulare dalla morfologica fino ai 12 anni” ha lamentato Lancini, evidenziando come ciò costituisca una forma di pornografia dell’immagine, dove l’immagine di un bambino viene costantemente esposta e giudicata. “Non preoccupiamoci delle emozioni dei ragazzi; li vogliamo perfetti e come pare a noi”, ha sottolineato, suggerendo che sia necessario tornare a una comunicazione autentica tra genitori e figli, piuttosto che una mera esposizione a un mondo virtuale.

Secondo Lancini, i divieti imposti agli adolescenti sono una semplificazione di un problema ben più complesso. “Abbiamo chiuso i cortili, li abbiamo spinti a vivere online”, ha denunciato, sottolineando che i giovani si sentono isolati nonostante la loro presenza sui social network. La soluzione non consiste nell’applicare restrizioni, ma nel creare un dialogo significativo, dove le emozioni dei ragazzi siano accolte e valorizzate.

Il suo intervento non si è limitato a critiche, ma ha proposto una riflessione sui valori sociali e sulle aspettative spesso opprimenti che gli adulti pongono sui giovani. “Le famiglie non ascoltano i figli per quello che sono. Conta di più quello che i genitori vogliono che siano”. Questo approccio porta a una frustrazione giovanile, dove i ragazzi si trovano a dover “soffrire mamma e papà” per non deluderli.

Lancini ha richiamato anche all’importanza di una formazione adeguata sull’uso della tecnologia, suggerendo “prove open su web, uso degli smartphone e formazione per l’intelligenza artificiale”. È necessario che gli adulti imparino a porre le domande giuste per comprendere veramente i loro figli e le sfide che affrontano.

In conclusione, l’analisi di Lancini si presenta come un appello alla responsabilità genitoriale. “Se non si interviene avremo una diaspora dalla scuola”, ha avvertito, facendo eco a un fenomeno allarmante di abbandono scolastico tra i maschi, paragonabile ai disturbi alimentari che colpiscono le ragazze. Cambiare l’approccio degli adulti verso i giovani è fondamentale per costruire un futuro in cui le emozioni siano accolte e comprese, piuttosto che ignorate.