La Procura di Palermo richiede una condanna di 6 anni per Salvini e il centrodestra si ribella definendolo un attacco alla democrazia.

La Procura di Palermo chiede 6 anni per Salvini: reazioni infuocate dal centrodestra

PALERMO – La richiesta della Procura di Palermo di condannare l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini a sei anni di reclusione ha scatenato un’ondata di reazioni tra le fila del centrodestra italiano. Questo sviluppo, legato alla controversa gestione del divieto di sbarco imposto nel 2019 alla nave della ONG Open Arms, ha fatto assumere toni particolarmente accesi ai commenti dei leader politici.

Nel corso della requisitoria, l’accusa ha contestato a Salvini i reati di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, riaccendendo un dibattito già acceso sulla questione dei migranti. "Attacco alla democrazia", "follia" e "atto politico" sono solo alcune delle espressioni utilizzate dai rappresentanti del centrodestra per esprimere il loro dissenso nei confronti della richiesta di condanna, ritenuta dai più eccessiva e infondata.

La premier Giorgia Meloni è stata tra i primi a schierarsi in difesa di Salvini, definendo la situazione un "precedente gravissimo" e manifestando la sua solidarietà al leghista, che secondo lei ha fatto quanto in suo potere per "difendere i confini della Nazione." Salvini, dal canto suo, ha reagito alle accuse definendole una "follia" e promettendo di non mollare, sottolineando di aver agito per il bene dell’Italia e degli italiani.

Le reazioni di altri esponenti di spicco non si sono fatte attendere. Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, ha affermato che "chiedere 6 anni di carcere per questo motivo appare una scelta irragionevole", mentre il viceministro degli Affari esteri Edmondo Cirielli ha definito la richiesta un "vero attacco alla nostra Democrazia." Cirielli ha inoltre richiamato l’attenzione su una presunta "persecuzione giudiziaria", facendo riferimento a esperienze personali di conflitti con il sistema giudiziario.

Anche la senatrice di Forza Italia, Licia Ronzulli, ha descritto la richiesta di condanna come "abnorme", sottolineando che l’eventuale condanna di un ministro per aver applicato un provvedimento del governo potrebbe stabilire un pericoloso precedente per l’equilibrio tra i poteri dello Stato.

Il senatore Roberto Marti della Lega ha commentato la situazione definendola "scandalosa" e sostenendo che accusare un ministro di aver difeso i confini nazionali costituisce un "precedente gravissimo" a livello internazionale.

Molti esponenti del centrodestra sembrano percepire la richiesta della Procura come parte di una strategia più ampia per delegittimare l’operato del governo attuale. Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, ha additato la richiesta come un atto di "uso politico della giustizia," ricordando le storie passate di presunti attacchi politici al potere esecutivo.

Questo episodio culmina in un contesto già delicato e polarizzato, dove la legge e la politica continuano a intrecciarsi, suscitando reazioni emotive e discutendo ampiamente il ruolo dei magistrati nelle questioni politiche. La prossima udienza si preannuncia come un momento cruciale non solo per Salvini, ma anche per il futuro della politica italiana e delle relazioni tra i diversi poteri dello Stato.