Open Arms, Salvini: “6 anni una follia, non mollo. Ho difeso l’Italia”
Il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha nuovamente sollevato un forte dibattito riguardo alla sua posizione nel processo Open Arms, nel quale l’accusa ha richiesto una condanna a sei anni di carcere. Salvini ha definito questa richiesta “una follia”, affermando che, in nessun modo, difendere l’Italia e i suoi confini possa essere considerato un reato.
In un video postato sui suoi canali social, Salvini ha voluto fare chiarezza sulla vicenda che lo coinvolge, iniziando da una breve presentazione della sua figura e del suo operato come ministro. “Oggi sono a processo e rischio il carcere perché in parlamento la sinistra ha deciso che difendere i confini italiani è un reato”, ha dichiarato, evidenziando il clima di tensione politica che circonda la questione.
Il video si sofferma sulla cronaca di quanto accaduto nel 2019, quando Salvini era al comando del Ministero dell’Interno. “Mai nessun governo e mai nessun ministro nella storia è stato messo sotto accusa o processato per aver difeso i confini del proprio Paese”, ha ribadito, richiamando l’attenzione sull’articolo 52 della Costituzione italiana che stabilisce come “la difesa della Patria sia sacro dovere del cittadino”.
Concludendo il suo intervento, il leader della Lega ha affermato con fermezza: “Mi dichiaro colpevole di aver difeso l’Italia e gli italiani. Mi dichiaro colpevole di aver mantenuto la parola data”. Queste parole hanno suscitato reazioni contrastanti tra i vari schieramenti politici e tra l’opinione pubblica.
Il tema dell’immigrazione e della gestione dei confini nazionali continua a essere un argomento centrale nel dibattito politico italiano, e la posizione di Salvini si colloca chiaramente in questa cornice. In un momento in cui le sue scelte politiche sono messe in discussione, il vicepremier si presenta come un difensore della sovranità nazionale, non disposto a cedere alle pressioni che egli ritiene ingiuste.