Bologna rende omaggio a Masha Amini: la situazione dei prigionieri politici in Iran è drammatica, sono ancora 100mila.

Bologna commemora Mahsa Amini: “In Iran ancora 100mila prigionieri politici”

BOLOGNA – In una mattina di grande emozione e riflessione, Bologna ha commemorato il secondo anniversario della morte di Mahsa Amini, la giovane iraniana uccisa a Teheran il 15 settembre 2022 per non aver indossato il velo nel modo considerato conforme dalla legge islamica. La cerimonia si è svolta sotto il murale dedicato a lei, inaugurato lo scorso 25 luglio, in via Stalingrado, e ha visto la partecipazione di istituzioni, sindacati e cittadini.

Una corona di fiori è stata deposta in onore di Mahsa Amini, diventata simbolo della lotta per i diritti delle donne e della libertà in Iran, dando vita al movimento globale “Donna, vita, libertà”. L’iniziativa è stata promosso da Sohyla Arjmand, un’attivista della comunità iraniana a Bologna, che ha sottolineato l’importanza di ricordare le vittime del regime iraniano.

Tra i partecipanti figuravano rappresentanti della politica locale come la consigliera comunale del PD, Rita Monticelli, e il deputato dem Virginio Merola, insieme a membri delle forze dell’ordine e della Cgil. Il messaggio che è emerso chiaramente è stato quello di non dimenticare le migliaia di donne e uomini come Mahsa, le cui vite sono state spezzate dalla repressione.

Arjmand ha affermato: “Noi ci siamo: combattiamo contro pena di morte, repressione, e arriverà un giorno in cui ci sarà una luce come quella di questa giornata anche nel nostro Paese.” Questa dichiarazione riassume l’auspicio di un futuro migliore e più giusto per le donne in Iran e nel mondo.

Tuttavia, il clima di terrore in Iran rimane palpabile. “In Iran ci sono attualmente 100.000 prigionieri politici”, ha denunciato Arjmand, evidenziando la gravità della situazione. “Solo ad agosto sono state eseguite 93 pene di morte e non si può dimenticare le ragazze e i ragazzi che hanno perso la vita a causa della tortura e della brutalità nei penitenziari iraniani”.

Le parole di Arjmand hanno messo in luce l’importanza di continuare a lottare per la libertà e per i diritti umani, non solo in Iran, ma in tutto il mondo. La commemorazione di Bologna è stata un chiaro messaggio di solidarietà a tutte le persone oppresse, sottolineando l’urgenza dell’azione e della consapevolezza collettiva nel combattere le ingiustizie.