Libano in Emergenza: La Voce di una Cooperante tra Paura e Solidarietà

In Libano cresce il timore e la paura: parlano i cooperanti

“In Libano la gente ha paura, la sensazione è di aver subito un attacco probabilmente mai visto prima in nessun altro posto al mondo, diretto contro tutta la popolazione”, afferma Virginia Sarotto, 28enne capoprogetto per l’ONG Arcs Culture solidali, impegnata in diverse iniziative di cooperazione nel Paese del cedro. Nel suo racconto dalla capitale Beirut, Sarotto delinea un clima di inquietudine diffuso, amplificato dai recenti attacchi aerei israeliani e dai cyber attacchi mirati a Hezbollah.

Gli attacchi aerei nel sud del Libano non risparmiano i civili. Secondo quanto riferito dalla cooperante, i bombardamenti che hanno colpito il sud del Libano sono tra i più intensi dal 7 ottobre, data in cui Hamas ha lanciato assalti armati nel sud di Israele, innescando un’ulteriore escalation di violenza. Le notizie riportate dall’emittente Al Jazeera indicano che il numero di attacchi giornalieri possa triplicare, una situazione che ha messo a dura prova la vita quotidiana dei cittadini. Sarotto precisa che, nonostante gli attacchi siano principalmente mirati a obiettivi militari, le vittime civili non mancano inevitabilmente.

La paura è palpabile e il passaggio dei caccia israeliani ha generato un panico inaspettato tra la popolazione. “Ieri, durante il discorso del segretario di Hezbollah, hanno rotto la barriera del suono, portando la gente a vivere momenti di terrore”, spiega Sarotto, ponendo l’accento su come tali eventi si riflettano su tutti, indipendentemente dalle affiliazioni politiche e religiose. Le ospedali sono stati aperti per accogliere l’afflusso di feriti. “C’è stata un’ondata di solidarietà”, aggiunge, evidenziando l’umanità che emerge anche nei momenti più bui.

Tra la popolazione circola il termine "terrorismo". “Leggendo le analisi di esperti, molti ritengono corretta questa definizione, poiché gli ordigni colpiscono indiscriminatamente i civili”, commenta Sarotto, che continua a monitorare la situazione con crescente preoccupazione. Nonostante gli attacchi siano mirati a Hezbollah, i civili rischiano la vita in ogni momento, per strada o nei mercati.

Alla domanda se ci sia timore di un’invasione da parte di Israele, Sarotto risponde: “La gente qui ci convive dal 7 ottobre. È una follia, ma sono abituati a vivere in un contesto di conflitto.” La resilienza della popolazione libanese emerge come un tratto distintivo, nonostante l’angoscia per gli attacchi che continuano a segnare la vita quotidiana.

Intanto, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha ricevuto un rapporto preliminare sulle indagini condotte dalle autorità libanesi, e una riunione d’emergenza è prevista a seguito della richiesta del governo algerino, per affrontare la crescente crisi. La situazione in Libano rimane quindi critica, con il ricordo di storie di paura che si intrecciano con quelle di speranza e solidarietà.