Giorgia Meloni al Tempio Maggiore di Roma: "Dilaga l’antisemitismo, ma Israele rispetti il diritto umanitario"
Roma, 7 ottobre 2024 — In un significativo anniversario, la premier Giorgia Meloni ha partecipato oggi alla cerimonia di commemorazione per gli attacchi di Hamas avvenuti un anno fa, tenutasi al Tempio Maggiore di Roma. Durante il suo intervento, Meloni ha sollevato il tema dell’antisemitismo sempre più presente in Italia, facendo eco alle preoccupazioni espresse dalla comunità ebraica, rappresentata da Victor Fadlun, che ha parlato di università trasformate in “centri di odio”.
“Non dimentichiamo la disumana aggressione di Hamas”, ha dichiarato la premier, sottolineando che il massacro di civili durante l’attacco dell’anno scorso resta una ferita aperta. Meloni ha messo in evidenza il dolore provocato dall’aggressione, rivolgendo un pensiero particolare agli ostaggi, la cui sorte rimane incerta.
La cerimonia è iniziata con un minuto di silenzio, seguito dalle parole del Rabbino Capo di Roma, che ha guidato la riflessione collettiva su un attacco che ha scosso profondamente la comunità ebraica e l’opinione pubblica mondiale.
“Israele ha il diritto a difendersi, ma si rispetti il diritto internazionale” ha continuato Meloni, rimarcando l’importanza di bilanciare il diritto alla difesa di Israele con la necessità di tutelare le popolazioni civili. “Non possiamo restare insensibili davanti all’enorme tributo di vittime civili innocenti a Gaza”, ha aggiunto, denunciando l’utilizzo dei civili da parte di Hamas come scudi umani e le conseguenze delle operazioni militari israeliane.
La premier ha auspicato un ripristino del dialogo e ha sottolineato la necessità di lavorare per una de-escalation della violenza. “È dovere di tutti riportare il dialogo”, ha affermato, promettendo l’impegno dell’Italia per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi.
L’attenzione dell’intervento si è anche focalizzata sull’“antisemitismo latente e dilagante” che si sta manifestando nel paese. Meloni ha condannato fermamente il crescente clima di odio che ha caratterizzato molti dei recenti cortei pro-Palestina, sottolineando che la commemorazione deve servire non solo a ricordare ma anche a combattere l’intolleranza.
Victor Fadlun ha rincarato la dose, affermando che “alcune università sono diventate centri di odio”, puntando il dito contro l’istruzione e l’ambiente accademico che, secondo lui, hanno fallito nel promuovere una cultura di rispetto e comprensione. Fadlun ha descritto la situazione come un’"escalation di rabbia" che coinvolge non solo la comunità israeliana, ma rischia di travolgere l’intera società.
Concludendo la cerimonia, Fadlun ha espresso la determinazione della comunità ebraica di Roma, affermando che, nonostante il dolore e la rabbia, “c’è la speranza di un futuro di pace”. Un messaggio di resilienza e ottimismo che risuona forte nel cuore della capitale italiana e oltre.