Sconto di pena per l’assassino del musicista Giogiò: indignazione a Napoli
NAPOLI – La notizia dell’ulteriore sconto di pena concesso all’assassino di Giovambattista Cutolo, noto come Giogiò, ha suscitato profonde reazioni di indignazione tra i cittadini e i rappresentanti istituzionali. Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, ha definito questo episodio come “l’ennesimo caso di ingiustizia”, evidenziando come il sistema giudiziario sembri premiare i criminali a scapito delle vittime.
Il giovane musicista, ucciso il 31 agosto 2023 a piazza Municipio a Napoli, ha lasciato un vuoto incolmabile nella vita della madre, Daniela Di Maggio. “L’ho presa male”, ha dichiarato la donna, visibilmente provata dalla situazione. “Neanche 40 anni possono essere una pena giusta rispetto a quello che ha fatto”, ha aggiunto, riferendosi alla possibilità che la pena dell’assassino possa essere ulteriormente ridotta attraverso abbuoni per buona condotta.
Il giovane riconosciuto colpevole dell’omicidio di Giogiò era stato condannato a 20 anni di carcere, ma un ulteriore sconto di pena, grazie alla scelta del rito abbreviato, ha ridotto la sua detenzione a 17 anni. Inoltre, il fatto che l’assassino abbia deciso di non ricorrere in appello ha sancito un ulteriore abbattimento della pena, portando a un possibile fine pena pari a 14 anni o meno.
“Questo non è giustizia, ma solo un tentativo di ridurre al minimo la detenzione”, ha commentato Borrelli, evidenziando il comportamento della famiglia dell’assassino che, a suo avviso, non ha mostrato alcun segno di ravvedimento. In quest’ottica, il deputato ha esortato le istituzioni a riflettere su un sistema che, a suo parere, di fronte a tali atti di violenza, sembra essere più indulgente verso i colpevoli che verso le vittime.
Daniela Di Maggio ha voluto ribadire anche il profondo dolore e l’ingiustizia che continua a provare: “Perché mio figlio deve stare in un barattolo, ridotto in polvere, non considerato da nessuno, mentre il suo carnefice è tutelato dalla giustizia?” Le parole della madre di Giogiò esprimono la frustrazione di molti, e la sua posizione riflette un diffuso sentimento di impotenza nei confronti di un sistema che appare inadeguato a punire severamente chi commette crimini così gravi.
La vicenda ha acceso un acceso dibattito a Napoli e oltre, richiamando l’attenzione sui diritti delle vittime e sull’importanza di rivedere le leggi che regolano le pene per omicidio. In una società che cerca di trovare un equilibrio tra giustizia e riabilitazione, la questione pone interrogativi complessi sul concetto di pena e sul modo in cui essa viene applicata.
Mentre i familiari delle vittime continuano a lottare per ottenere giustizia, la storia di Giogiò resterà impressa nella memoria collettiva come simbolo delle sfide affrontate da chi cerca di affrontare la perdita in un contesto di leggi che sembrano non tutelare adeguatamente le vite stroncate dalla violenza.