Ventidue morti nel centro di Beirut: l’obiettivo di Israele era Wafiq Safa
Un attacco aereo di grande intensità ha colpito la capitale libanese, Beirut, nella notte tra il 10 e l’11 ottobre 2024, causando la morte di ventidue persone e oltre 117 feriti. Questa offensiva rappresenta l’azione più cruenta nel centro della città dall’inizio del conflitto, gettando il paese in un’ulteriore spirale di violenza.
Secondo le informazioni riportate, Israele avrebbe mirato a Wafiq Safa, il capo dell’unità di collegamento e coordinamento di Hezbollah, noto per il suo ruolo strategico nell’organizzazione. Tuttavia, fonti non confermate indicano che Safa potrebbe essere sopravvissuto all’attacco. L’esercito israeliano ha preso di mira un quartiere residenziale, caratterizzato da condomini e negozi, distaccandosi dai raid precedenti, che si erano concentrati principalmente nei sobborghi meridionali della capitale, dove Hezbollah ha le sue principali basi operative.
In un contesto già critico, l’attacco non è passato inosservato. Dopo l’incidente che ha coinvolto le forze Unifil in Libano, in cui due soldati sono rimasti feriti, il capo delle operazioni di pace dell’ONU, Jean-Pierre Lacroix, ha annunciato il trasferimento temporaneo di circa 300 peacekeeper in basi più sicure per garantire la loro incolumità . Questo sviluppo sottolinea la crescente preoccupazione per la sicurezza delle forze internazionali in una regione sempre più instabile.
La situazione in Libano si sta aggravando, mentre il clima di tensione tra Israele e Hezbollah continua a intensificarsi. I civili, sempre più coinvolti in un conflitto che sembra avere radici profonde e complesse, esprimono timore per il futuro, avvertendo che ogni nuovo attacco ha il potenziale di sfociare in un conflitto su scala maggiore.
Con la comunità internazionale in attesa di una risposta e il Libano sull’orlo di un’ulteriore escalation di violenza, il mondo osserva con preoccupazione gli sviluppi di una situazione che pare lontana dalla risoluzione.