Piero Marrazzo: “Se mi avessero trovato con una prostituta donna sarebbe stato diverso”
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Piero Marrazzo, ex presidente della Regione Lazio e noto giornalista Rai, torna a parlare dello scandalo che lo colpì qualche anno fa, riflettendo sulle dinamiche del giudizio pubblico e sui pregiudizi legati alla sessualità. “La macchina mediatica mi mise nell’angolo”, afferma, rievocando la tempestosa vicenda che lo ha visto coinvolto dopo un’imboscata orchestrata da alcuni carabinieri infedeli della Compagnia di Roma Trionfale.
Marrazzo, sorprendentemente aperto e sincero, spiega come la percezione della scandalosa situazione in cui si trovò a immischiarsi fosse gravemente distorta. “Se avessi frequentato una prostituta donna, l’impatto sarebbe stato enormemente minore”, afferma con certezza, evidenziando una disparità che, secondo lui, mette in luce i pregiudizi ancora radicati nella società. “Tutti vanno ai Pride”, commenta, sottolineando una contraddizione nel trattamento riservato a uomini e donne in situazioni simili.
Marrazzo rivela la profondità della vergogna che provò in quel periodo difficile, accennando a come tale sentimento avesse influito sulla sua vita familiare: “Per la vergogna non avevo messo in sicurezza le mie figlie e mia moglie”. Ancora oggi, le ferite di quell’esperienza sembrano essere vive, e il politico confessa di essere stato in uno stato di grande conflitto interiore: “Nei quattro mesi che vanno da via Gradoli all’esplosione dello scandalo ero come scisso”.
Riflettendo sulle conseguenze di tale scandalo, Marrazzo afferma che “dalla corruzione se ne esce, ma dalla sessualità usata per colpirti mai”, suggerendo che l’impatto di questi eventi può segnare una persona in maniera indelebile, ben oltre le colpe o le mancanze politiche.
La sua testimonianza si fa portavoce di una questione più ampia, quella della continua strumentalizzazione della sessualità nella vita pubblica, cui spesso sono soggetti politici e figure riconosciute. Marrazzo conclude con una nota di consapevolezza, consapevole non solo delle sue battaglie personali, ma anche degli schemi di giudizio che, per loro natura, sembrano privare molte persone della possibilità di essere valutate per il loro operato.