Negli ultimi due mesi, la Guardia di Finanza di Catania ha intensificato i controlli nelle aziende della provincia etnea, con un focus specifico sulle violazioni legate al lavoro nero e alle irregolarità contributive e previdenziali. Le ispezioni, condotte presso imprese commerciali, agricole e turistiche lungo la costa ionica, hanno portato all’individuazione di 105 lavoratori in condizioni non conformi alla normativa vigente. In particolare, 78 di questi sono stati trovati a lavorare completamente “in nero”, senza alcun contratto o forma di registrazione. A seguito di tali accertamenti, per 23 aziende è stata proposta la sospensione dell’attività imprenditoriale, poiché il numero dei lavoratori irregolari superava il 10% della forza lavoro totale.
Pagamenti in contanti e violazioni di legge
Oltre ai lavoratori non registrati, le autorità hanno riscontrato che alcuni dipendenti, sebbene formalmente assunti, venivano retribuiti in contanti, violando la Legge di Bilancio 2018 che impone la tracciabilità dei pagamenti. Tale misura è stata introdotta per garantire una maggiore trasparenza nelle transazioni e tutelare i diritti dei lavoratori. Le imprese coinvolte ora rischiano non solo sanzioni pecuniarie, ma anche la sospensione dell’attività fino alla regolarizzazione della posizione dei dipendenti.
Presenza di lavoratori stranieri senza permesso di soggiorno
Durante le operazioni, la Guardia di Finanza ha anche identificato 7 lavoratori extracomunitari privi di permesso di soggiorno. Questi individui sono stati fermati per l’identificazione e segnalati alle autorità competenti per i reati di ingresso e soggiorno illegale sul territorio italiano. La presenza di manodopera irregolare, specialmente tra lavoratori stranieri, è uno degli aspetti centrali delle operazioni di controllo, mirate a contrastare non solo l’evasione fiscale ma anche l’immigrazione clandestina e lo sfruttamento lavorativo.