Il Futuro Incerto degli ITS d’Italia: Risorse Attuali, Ma Che Ne Sarà Domani?
Roma, 12 ottobre 2024 – “Siamo nella terra di nessuno”. Con queste parole, Guido Torrielli, presidente della Rete degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) d’Italia, esprime il quadro complesso in cui si collocano queste istituzioni educative che formano le competenze tecniche più richieste dal mercato del lavoro. Nonostante le risorse attualmente disponibili, Torrielli avverte: “La situazione è veramente difficile, si naviga a vista”.
Una Navigazione Complicata
Il presidente degli ITS non nasconde la sua preoccupazione: “Siamo a metà del guado, la nave ha un mare di problemi da attraversare, non un fiume”. La sfida principale è rappresentata dalla sostenibilità finanziaria. Dopo un avvio con risorse ordinarie e il supporto delle Regioni, il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ha offerto un’importante iniezione di fondi, ma le domande abbondano: cosa accadrà quando il Pnrr terminerà nel 2026?
Il Nodo Delle Risorse
I fondi attuali ammontano a circa un miliardo e mezzo, con 700 milioni destinati a corsi e formazione di formatori e 500 milioni per laboratori. Tuttavia, “il Pnrr sostituisce e contribuisce in modo pesante a finanziare corsi e laboratori,” evidenzia Torrielli. La vera inquietudine risiede nel futuro: “Per il 2026 dobbiamo trovare nuove risorse”. La proposta del presidente è chiara: stabilire un fondo ordinario nazionale di almeno 300 milioni all’anno e utilizzare un ‘avanzo’ di Pnrr per garantire continuità.
L’Urgenza di Un Assetto Stabilizzatore
“In un contesto di crescente domanda di competenze tecniche, ci si attende che le istituzioni governative pongano rimedio a questa incertezza.” Torrielli auspica che si arrivi a una legge di finanziamento ordinario annuale “senza dover rinunciare o rifiutare un euro di quelli che abbiamo”. Attualmente, il sistema mista di finanziamento non garantisce stabilità, aumentando l’ansia per un futuro imprevedibile.
Le Sfide delle Regioni
Anche le Regioni, impegnate nella programmazione dei corsi, si trovano di fronte a ostacoli significativi. Le piattaforme telematiche utilizzate per gestire i fondi hanno mostrato segni di malfunzionamento, causando ritardi e confusione. “Le Regioni si muovono random”, afferma Torrielli, richiamando l’attenzione su un summit previsto per il 17 ottobre a Bari, dove si cercherà di migliorare il coordinamento tra le diverse realtà regionali.
Il Dialogo Con Il Mondo della Scuola
Un ulteriore aspetto critico è rappresentato dalla relazione con le scuole. “Il modello ‘4+2’ pesa sugli ITS che devono collaborare con le scuole”, spiega Torrielli. La sinergia necessaria per una formazione efficace è spesso ostacolata da resistenze interne al sistema scolastico, dove non tutti sono convinti del potenziale degli ITS.
Conclusione
Il futuro degli Istituti Tecnici Superiori in Italia appare quindi intriso di incognite. La disponibilità di risorse nel presente non garantisce una continuità nel medio termine. “Ci stiamo lavorando”, conclude Torrielli, sottolineando la necessità di un dialogo aperto e proattivo tra tutte le parti coinvolte. Solo così potremo evitare che questa “nave” affondi nel mare delle incertezze e delle lentezze burocratiche. La formazione dei giovani non deve subire interruzioni e deve adattarsi alle sfide emergenti del mercato del lavoro.