Storie di Resistenza: La Voce delle Sopravvissute alla Violenza di Genere in un Nuovo Speciale di TG1
Roma, 13 ottobre 2024 – Un potente racconto corale ha preso vita nel recente Speciale TG1 intitolato “Sopravvissute”, dove tre donne provenienti da diverse parti del mondo raccontano le loro esperienze di violenza di genere, un tema purtroppo attuale e drammatico che travalica confini e culture. "Parlate donne! Vorrebbero farci tacere, ma la parola è sacra, alzate la vostra voce", è il messaggio che risuona con forza, richiamando l’attenzione sull’importanza di rompere il silenzio.
La conduzione del programma, a cura di Maria Grazia Mazzola, ha visto la partecipazione di tre protagoniste emblematiche: Sadaf Baghbani, Giorgia Puleo e Sediqa Moshtaq. Queste donne, attraverso le loro testimonianze, offrono uno spaccato di una realtà globale dove la violenza fisica e psicologica cerca di schiacciare la libertà femminile.
Sadaf Baghbani, 29 anni, attrice e attivista del movimento "Donna, Vita, Libertà", è stata vittima di brutalità da parte della polizia morale iraniana, subendo 156 colpi di piombo durante una manifestazione. "Questa violenza inizia da bambine", ha dichiarato, evidenziando come l’oppressione possa annientare l’individualità fin dalla tenera età.
La storia di Giorgia Puleo, 52 anni, ci porta in Italia, dove ha vissuto venti anni di umiliazioni e minacce da parte del suo ex compagno. "Noi donne vittime di violenza non ci accorgiamo di finire sospese, chiuse in una bolla, isolate", ha raccontato. Grazie al supporto del Centro Antiviolenza di Palermo ‘Le Onde’, Giorgia è riuscita a trasformare la sua vita, diventando imprenditrice e aiutando altre donne della sua comunità.
Infine, Sediqa Moshtaq, 38 anni, rappresenta la lotta delle donne afghane contro l’apartheid di genere instaurato dai talebani. "Le donne in Afghanistan sono private persino della parola", ha dichiarato con un tono carico di rassegnazione ma anche di determinazione. Sediqa ha trovato un modo per mettere in luce l’orrore che vive la sua gente e sta lavorando per migliorare la situazione.
Il programma ha anche visto la partecipazione di esperti e attivisti, tra cui Tina Marinari di Amnesty International, che ha sottolineato l’importanza di considerare l’apartheid di genere come un crimine da perseguire: "Occorre imporre il rispetto dei diritti umani a quei paesi che hanno scambi commerciali con l’Europa”.
La violenza sulle donne resta una questione tragicamente pressante. Secondo uno studio della Banca Mondiale, più donne muoiono o subiscono gravi lesioni a causa della violenza domestica rispetto a malattie come la malaria o il cancro. "Le storie di queste donne non devono rimanere inascoltate", ha concluso Mazzola, sottolineando quanto sia cruciale dare visibilità a queste esperienze e diffondere la consapevolezza sui diritti umani.
In un mondo dove la lotta per l’uguaglianza di genere continua a essere una battaglia quotidiana, l’importanza di dare voce a chi ha subito violenza diventa fondamentale. "Il silenzio non è un’opzione; la parola è una forma di resistenza", recita il cuore di questo Speciale, che invita tutti a unirsi nella lotta contro la violenza di genere.