Medio Oriente: Borrell critica l’inaffidabilità dell’Europa nella crisi israelo-palestinese
BRUXELLES – Durante una conferenza del gruppo Socialisti e democratici al Parlamento europeo, Josep Borrell, Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’Unione Europea, ha espresso preoccupazione per la mancanza di unità tra i membri comunitari, definendo l’Europa “ininfluente” nel conflitto del Medio Oriente. “L’Unione Europea è ininfluente perché non c’è unità”, ha affermato Borrell, sottolineando l’urgenza di una risposta comune di fronte a un ciclo di violenza crescente.
Borrell ha delineato i principali ostacoli alla risoluzione del conflitto israelo-palestinese, affermando che la risposta di Israele alle aggressioni è giustificata, ma deve rispettare il diritto internazionale umanitario. “Il diritto di Israele a difendersi dagli attacchi deve essere conforme al diritto internazionale umanitario,” ha ribadito, avvertendo che le attuali azioni sembrano più orientate verso “un diritto alla vendetta che a una legittima difesa”.
Una delle questioni critiche sollevate dall’Alto rappresentante riguarda l’assistenza umanitaria. “Nell’ultimo anno, l’Unione Europea ha stanziato più di 380 milioni di euro in aiuti umanitari per Gaza”, ha spiegato Borrell, ma ha avvertito che problematiche logistiche e politiche ostacolano la distribuzione efficace di tali aiuti. Ha richiamato l’attenzione sulle leggi anti-Unrwa che Israele sta cercando di approvare, che potrebbero escludere l’agenzia ONU dalla distribuzione degli aiuti a Gaza. “Se queste leggi venissero approvate, la risposta umanitaria a Gaza sarebbe molto più debole,” ha concluso.
Oltre alle questioni umanitarie, Borrell ha insistito sulla necessità di una soluzione politica per il conflitto. “Dobbiamo chiedere il cessate il fuoco, ma anche tornare a un processo politico a Gaza e in Libano,” ha affermato, suggerendo che nessuna soluzione militare può portare a una pace duratura e sostenibile. Ha evidenziato l’importanza di un nuovo approccio, menzionando l’alleanza recentemente formata a favore della soluzione a due Stati, che spera possa stimolare un’azione concreta dopo decenni di discussioni senza effetto.
Infine, Borrell ha espresso preoccupazione per l’escalation della violenza nella regione, citando dati tragici: “Già 2.300 persone sono morte e 1,2 milioni di libanesi sono sfollati,” ha detto, avvertendo che se non si affronta la questione di Hezbollah, il Libano potrebbe diventare “la nuova Gaza”.
In sintesi, l’intervento di Borrell mette in luce la necessità per l’Europa di unire le forze e di assumere un ruolo più attivo e responsabile nel promuovere anziché ostacolare la pace nel Medio Oriente, affinché possa esercitare un’influenza significativa in una delle crisi più complesse del nostro tempo.