Medio Oriente: Conte e Schlein chiedono un embargo delle armi a Israele e criticano Meloni
In un’ora di acceso dibattito alla Camera dei Deputati, il leader del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, e la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, hanno lanciato un appello diretto al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, affinché l’Italia si unisca agli altri Stati europei nella richiesta di un embargo totale dell’invio di armi a Israele. "Si prenda le sue responsabilità," hanno dichiarato i due esponenti politici, in un contesto segnato dalle recenti tensioni in Medio Oriente.
Le dichiarazioni sono avvenute durante la discussione sulle comunicazioni di Meloni in vista della prossima riunione del Consiglio europeo. "Abbiamo tutti condannato con forza l’attacco di Israele alle basi italiane in Libano e alla missione Unifil," ha affermato Schlein, sottolineando il drammatico escalation della violenza nella regione. La segretaria del PD ha inoltre messo in evidenza la necessità di azioni concrete, criticando la strategia del governo italiano: "Non si capisce se lei, presidente, pensa di poter fermare Netanyahu con le telefonate anziché con gli atti concreti."
Conte ha rincarato la dose, richiamando l’attenzione sulla legislazione italiana riguardante il divieto di esportazione di armi verso paesi in conflitto. "La legge è chiara," ha affermato l’ex premier, "e stabilisce l’obbligo di vietare l’esportazione di qualsiasi armamento verso Paesi che violano il diritto internazionale umanitario." Ha inoltre esortato Meloni a non sottrarsi alle sue responsabilità politiche, richiamando esempi di precedenti divieti di esportazione ad altri paesi come Arabia Saudita ed Emirati Arabi.
La questione della responsabilità italiana nella crisi medio-orientale è stata centrale nel dibatto. Conte ha posto un interrogativo provocatorio: "Fino a quando l’Italia vuole continuare a rendersi complice delle scelte criminali di Netanyahu?" Ha denunciato ulteriormente la violenza perpetrata durante il conflitto, avvertendo che non si può rimanere indifferenti di fronte ai numerosi crimini di guerra che si stanno verificando in Gaza e in Cisgiordania.
Infine, i due leader politici hanno esortato il governo italiano a rivedere la propria posizione e a unirsi attivamente agli sforzi internazionali per garantire la pace nella regione. "A Gaza li ha chiusi tutti e due, per 12 mesi," ha chiosato Conte, riferendosi al silenzio del governo italiano di fronte alla violenza israeliana. Un appello che non lascia spazio a dubbi, invitando l’Italia a una riflessione profonda sulla propria politica estera e sull’importante ruolo che può giocare nel contesto internazionale.