Cane muore in clinica veterinaria | La reazione dei proprietari lascia senza parole!

Napoli: Spedizione punitiva in clinica veterinaria dopo la morte di un cane

Un episodio di violenza inaccettabile ha scosso la comunità di Napoli nei giorni scorsi, quando un gruppo di persone ha fatto irruzione nel Dipartimento di Medicina Veterinaria della Federico II per vendicare la morte di un cane. Secondo il comunicato diffuso dalle autorità, l’animale era stato portato alla clinica dopo un intervento in una struttura privata, ma purtroppo non è riuscito a sopravvivere.

Il raid si è trasformato in un’aggressione violenta: dopo aver appreso della morte del loro animale, i “parenti” si sono riuniti e hanno aggredito il personale medico, inclusi due medici e alcuni tirocinanti, in un clima di alta tensione. “Siamo alla più totale ed inequivocabile barbarie”, ha commentato Francesco Emilio Borrelli, deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra, denunciando come la violenza stia diventando una triste normalità anche in contesti di cura e assistenza come quelli veterinari.

Testimoni presenti al momento dell’aggressione hanno descritto scene di paura e caos. Alcuni studenti sono stati costretti a trovare rifugio in aule distinte, mentre gli aggressori continuavano le loro minacce contro il personale e persino nei confronti dei carabinieri, che sono intervenuti solo mezz’ora dopo l’inizio del raid. Quattro persone sono state successivamente arrestate dalle forze dell’ordine, due uomini e due donne, già noti per comportamenti violenti.

I feriti, un medico veterinario e un borsista di ricerca, hanno ricevuto una prognosi di sette giorni a seguito delle aggressioni; un’incidenza che evidenzia l’escalation della violenza in spazi pubblici e il rischio che comporta per chi lavora nel settore. “È inaccettabile che chi si occupa della salute degli animali debba affrontare simili situazioni”, ha espresso Borrelli, sottolineando la necessità di garantire sicurezza e supporto a chi lavora in questi ambiti.

La reazione della comunità è stata di shock e preoccupazione per la crescente tensione sociale. Mentre si attende il processo contro gli arrestati, l’episodio mette in luce un problema sempre più diffuso: la degenerazione dell’aggressività contro i professionisti della salute, siano essi umani o animali. La speranza è che questo caso possa essere un campanello d’allarme per una riflessione collettiva sulla necessità di ridurre la violenza in tutte le sue forme, proteggendo chi si impegna quotidianamente per il benessere degli animali e le situazioni di cura.