Turetta a processo: “Progettavo di uccidere Giulia già dal 7 novembre, scrissi il piano per tranquillizzarmi”
ROMA – È iniziato oggi a Venezia l’interrogatorio di Filippo Turetta, accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin. La sua testimonianza ha rivelato dettagli inquietanti sul piano che, come ha affermato, avrebbe iniziato a elaborare già dal 7 novembre. “Quella sera ho ipotizzato il piano, pensavo di farle del male” ha dichiarato Turetta dinanzi al pubblico ministero Andrea Petroni.
Nel corso dell’interrogatorio, Turetta ha spiegato il contesto emotivo che lo ha spinto a redigere un elenco delle sue intenzioni. "Ero arrabbiato", ha raccontato, “avevo tanti pensieri, provavo un risentimento che avessimo ancora litigato”. I suoi sentimenti di frustrazione e desiderio di riconciliazione, hanno aggiunto complessità alla sua narrativa: “mi faceva piacere scrivere questa lista per sfogarmi”.
Le parole di Turetta hanno suscitato un’atmosfera tesa in aula. Il suo racconto del “bruttissimo periodo” attraversato prima dell’omicidio ha messo in luce un conflitto interiore, un miscuglio di amore e odio. L’imputato ha ammesso di aver avvertito la necessità di "ipotizzare" un piano diventato poi fatale: “Era come se ancora non la dovessi definire, ma l’avevo buttata giù”.
Il 7 novembre segna quindi un punto di svolta nella cronologia di questa tragica vicenda. Turetta ha rivelato di aver cominciato a scrivere senza un ordine preciso, un primo getto di pensieri confusi che poi ha tentato di mettere in ordine: “Ho iniziato a farlo perchè avevo tanti pensieri sbagliati”.
Questo processo si preannuncia come uno dei più seguiti del panorama giuridico italiano, non solo per la gravità del crimine ma anche per le implicazioni emotive e psicologiche che emergono dalla testimonianza di Turetta. Resta da vedere come si svilupperanno i prossimi interrogatori e quali risvolti ulteriori porteranno alla luce questa drammatica storia.