Sanità in crisi: il governo tradisce le aspettative | Medici e infermieri annunciano uno sciopero storico!

"Risorse insufficienti per la sanità, Regioni messe al bivio": Gimbe stronca la Manovra

ROMA – La Fondazione Gimbe non usa mezzi termini nel bocciare la Manovra 2025 del governo, evidenziando che le risorse destinate alla sanità risultano assolutamente insufficienti. Secondo Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione, la legge di bilancio “non prospetta alcun rilancio progressivo del Fondo sanitario nazionale (Fsn)” e lascia il Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) in una situazione critica, incapace di far fronte alle crescenti necessità dei cittadini.

Le cifre previste per il Fsn parlano chiaro: 136.533 milioni di euro nel 2025, con incrementi modesti nei successivi anni, ma Gimbe sostiene che questi aumenti non siano sufficienti a coprire le richieste essenziali del sistema sanitario. Cartabellotta sottolinea come la realtà delle risorse destinate principalmente ai rinnovi contrattuali non permetterà l’attuazione del previsto piano di assunzioni di medici e infermieri, così come non sarà possibile eliminare il tetto di spesa per il personale sanitario, contravvenendo quindi alle promesse fatte dal Ministero della Salute.

Aumento a Crescita Zero

Nel dettaglio, gli aumenti previsti dalla Manovra si attestano su cifre che lasciano intravedere una realtà preoccupante: solo 4.062 milioni di euro nel 2026 e apici irrisori fino al 2029. L’analisi di Gimbe mette in luce un incremento reale per il 2025 di soli 1,3 miliardi, ben lontano dai 3,5 miliardi dichiarati. Questo scenario già critico è ulteriormente aggravato dalla nota carenza di personale, con medici e infermieri sempre più demotivati da un contesto professionale che non soddisfa le loro aspettative.

Un Futuro Inquietante per Regioni e Cittadini

Cartabellotta ha messo in guardia su un futuro che si prospetta complicato per le Regioni, che dovranno gestire una "coperta troppo corta". “Si disperdono risorse in troppi rivoli, senza una chiara visione strategica”, afferma il presidente di Gimbe, sottolineando il rischio di una paralisi decisionale che potrebbe mettere a repentaglio l’intero sistema sanitario pubblico.

La bocciatura della Manovra non si limita a aspetti quantitativi, ma investe anche i principi fondamentali su cui si basa lo stato sociale italiano. “Un tradimento dell’articolo 32 della Costituzione e dell’universalismo”, afferma Gimbe, puntualizzando come le scelte politiche, anche in questo frangente, sembrino ripercorrere strade già battute da governi passati.

Sciopero del Settore Sanitario: La Goccia che Ha Fatto Traboccare il Calice

A seguito delle delusioni manifestate, medici e infermieri si preparano a un nuovo sciopero, previsto per il 20 novembre. Guido Quici, presidente della Cimo-Fesmed, è chiaro: “Ogni anno, puntualmente, la legge di bilancio si rivela una doccia fredda per la sanità pubblica”. Accusando il governo di illudere cittadini e professionisti con promesse che rimangono tali, Quici sottolinea come le precarietà del sistema sanitario spingano sempre più operatori a considerare l’opzione di abbandonare la sanità pubblica.

Tra le motivazioni alla base dello sciopero, i sindacati evidenziano “almeno dieci ragioni” tra cui figure essenziali da assumere che non verranno integrate. Quici pone l’accento sull’urgenza di garantire sicurezza e dignità lavorativa, fattori imprescindibili per il buon funzionamento del Ssn.

In sintesi, la Manovra del governo sembra confermare più che mai i timori di un settore già in crisi e offre spunti di riflessione sul futuro della sanità in Italia. Con il 20 novembre come data cruciale, la protesta dei professionisti della salute potrebbe divenire un momento decisivo per accendere i riflettori sulle reali necessità del sistema sanitario pubblico.