Infermiere aggredito per un semplice prelievo di sangue | È ora di fermare la violenza in ospedale?

Raid Punitivo nell’Ospedale di Baggiovara: Due Infermieri Aggrediti Dopo Rifiuto di Prelievo

MODENA – Un evento drammatico ha avuto luogo presso l’ospedale civile di Baggiovara, nella provincia di Modena, dove due infermieri sono stati aggrediti con calci e pugni da parte dei familiari di un’anziana paziente. Il conflitto è scoppiato dopo che la donna ha rifiutato un prelievo di sangue, affermando: “Non faccio la cavia”.

L’incidente è avvenuto nella terapia intensiva cardiologica, dove il tirocinante e un collega esperto sono stati presi di mira dai parenti in un “raid punitivo”. La situazione è degenerata rapidamente quando il marito della paziente è arrivato in ospedale insieme ad altre due persone, chiedendo di parlare con l’infermiere che aveva eseguito il prelievo. I familiari, entrati in reparto fuori dall’orario di visita, hanno inizialmente minacciato verbalmente il personale sanitario.

Secondo quanto riportato dalla Cisl Emilia Centrale, la discussione ha portato a un violento attacco. “Il marito della paziente ha sferrato un pugno al volto del sanitario, facendolo crollare a terra,” hanno spiegato i sindacalisti. L’aggressione è proseguita con colpi a ripetizione, fino all’intervento di un altro infermiere, che ha cercato di proteggere il collega aggredito, ma ha anch’esso subito conseguenze fisiche.

La Fp-Cgil ha sottolineato come l’episodio sia scaturito da una prassi ospedaliera di routine. “La paziente ha contattato i suoi familiari dopo un normale scambio di battute sui prelievi venosi,” hanno dichiarato i rappresentanti sindacali. Come risultato della violenza, gli infermieri hanno riportato ferite che hanno richiesto rispettivamente dieci e due giorni di prognosi.

In seguito a questi eventi, la Cisl Emilia Centrale ha espresso la necessità di un’adeguata assistenza legale per gli infermieri coinvolti, in vista della presentazione di una denuncia. “Vogliamo vedere gli aggressori di fronte a un giudice,” hanno affermato, aggiungendo che chiederanno all’azienda ospedaliera di costituirsi parte civile, destinando eventuali risarcimenti a un fondo per il sostegno delle vittime di aggressioni.

Le aggressioni nei confronti dei professionisti sanitari non sono più un fenomeno isolato, colpendo ormai anche reparti critici come la terapia intensiva. “I lavoratori sono completamente abbandonati al proprio destino,” hanno lamentato i rappresentanti sindacali, invocando misure di controllo più severe da parte dell’azienda ospedaliera durante la presenza di parenti nei reparti.

Questa violenza gratuita non solo mette a rischio l’incolumità degli operatori sanitari, ma crea un clima di paura anche tra chi lavora in contesti già di per sé delicati. La comunità medica chiede, con urgenza, un intervento deciso per proteggere non solo il personale, ma anche la dignità del lavoro svolto nel servizio sanitario.