Sterminò la famiglia per esorcismo: dichiarato incapace di intendere e volere, esce dal carcere

Un muratore di Termini Imerese, Giovanni Barreca, ha perpetrato un crimine efferato che ha scioccato l’opinione pubblica. Un anno fa, insieme alla figlia diciassettenne e a una coppia di amici, ha torturato e ucciso sua moglie e i suoi due figli, di 16 e 5 anni, durante un folle rito di esorcismo (i fatti qui). Questa tragedia ha segnato la fine di una famiglia e ha sollevato interrogativi sullo stato mentale di Barreca.

Incapace di intendere e di volere

Recentemente, i consulenti nominati dalla Procura di Termini Imerese hanno dichiarato Barreca incapace di intendere e di volere al momento del delitto. Questa valutazione ha portato a una significativa decisione legale: invece di rimanere in carcere, Barreca sarà trasferito in una Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (Rems), una struttura dedicata a coloro che soffrono di patologie psichiatriche.

Il trasferimento in Rems

Attualmente, Barreca è in attesa di essere ospitato in una Rems idonea. Fino a quando non verrà individuata una struttura adeguata, sarà temporaneamente accolto in un centro specializzato. Questa situazione ha sollevato molte domande e preoccupazioni sulla sicurezza pubblica e sul trattamento dei criminali affetti da disturbi mentali.

Le conseguenze di un crimine ingiustificabile

Il caso di Giovanni Barreca mette in luce le complessità del sistema giuridico e sanitario italiano. Da un lato, si riconosce il diritto di trattamento sanitario per chi è affetto da patologie mentali, dall’altro, ci si interroga su come affrontare i crimini più gravi commessi da individui dichiarati incapaci. La sofferenza delle vittime e delle famiglie coinvolte rimane palpabile, mentre la società si confronta con le conseguenze di atti così estremi.