Tre morti sul lavoro al giorno in Italia: l’appello all’unità di Chiara Gribaudo
ROMA – Durante la cerimonia di apertura degli Stati Generali della Salute e Sicurezza sul lavoro, la presidente della Commissione d’inchiesta sulle condizioni di lavoro, Chiara Gribaudo, ha lanciato un forte appello all’unità di tutte le forze politiche per affrontare una vera emergenza nel nostro Paese: “In Italia abbiamo una media di tre morti sul lavoro al giorno, una piaga che non possiamo più tollerare”. La parlamentare del Partito Democratico ha sottolineato la necessità di un impegno collettivo e di una cultura della sicurezza che coinvolga istituzioni, lavoratori, imprese e familiari delle vittime.
Gribaudo ha spinto per un approccio che vada oltre le normative attuali: “Dobbiamo fare di più per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro. Ci vogliono controlli più efficaci e una giustizia che faccia realmente il suo compito”. Un messaggio chiaro e diretto, che mira a coinvolgere non solo i legislatori, ma anche l’Europa e le imprese, affinché le responsabilità siano condivise.
La ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, ha espresso una visione simile, sottolineando che “ogni infortunio tocca l’intera società, una ferita che colpisce lavoratori, famiglie e tessuto sociale”. Calderone ha dedicato un pensiero alle famiglie colpite da incidenti mortali, citando in particolare il caso di Lorenzo Parelli, un giovane morto durante il suo stage. La ministra ha esortato a costruire un sistema di sicurezza che rispetti la dignità dei lavoratori e abbia come obiettivo comune il miglioramento delle condizioni lavorative.
“Non possiamo accettare che il lavoro possa ancora essere una causa di morte o grave infortunio”, ha dichiarato il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, evidenziando come i recenti dati dell’INAIL confermino un aumento degli incidenti mortali sul lavoro rispetto all’anno precedente. “È indecente che in un Paese civile si muoia o si rimanga gravemente menomati mentre si lavora”, ha proseguito Fontana.
Il presidente della Camera ha richiesto azioni concrete, affermando che non basta una legislazione complessa per garantire la sicurezza: “La causa principale degli infortuni è l’inosservanza delle regole. È fondamentale verificare il rispetto delle normative e incentivare una cultura della prevenzione”.
Gli Stati Generali della Salute e Sicurezza sul lavoro rappresentano, quindi, una opportunità per confrontarsi e trovare soluzioni efficaci a questa problematica sempre più urgente e inquietante. “Siamo qui per spezzare la catena delle morti bianche”, ha concluso il presidente Fontana, invitando tutte le parti interessate a lavorare insieme per un ambiente lavorativo più sicuro per tutti.
In un Paese in cui la sicurezza sul lavoro deve diventare una priorità indiscutibile, l’auspicio è che il dibattito avviato durante questi tre giorni di incontri e confronti possa concretizzarsi in azioni tangibili capaci di migliorare le condizioni di vita e lavoro per tutti gli italiani.