Emergenza Carceraria in Italia: Oltre 62.000 Detenuti e Sovraffollamento Storico
ROMA – Il sistema penitenziario italiano è in crisi. Con una popolazione carceraria che ha raggiunto le 62.000 unità, il numero di detenuti è il più alto dal 2012, sollevando preoccupazioni e interrogativi sul futuro della giustizia nel paese. Il dato, fornito dal segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria (S.PP.), Aldo Di Giacomo, evidenzia chiaramente una situazione fuori controllo, con punte di sovraffollamento che toccano il 130% in alcune strutture.
Le regioni più colpite dal sovraffollamento sono la Lombardia, con circa 9.000 detenuti, seguita dalla Campania con 8.000 e dalla Sicilia con 7.000. Questo drammatico scenario porta a conseguenze gravissime per la vita all’interno delle carceri: fino a 12 detenuti per cella, condizioni igieniche precarie e un aumento esponenziale di risse e malattie.
Un anno da incubo
Il 2024 si sta rivelando un anno tragico per le carceri italiane. Dall’inizio dell’anno, sono stati segnalati 195 morti in carcere, di cui 78 suicidi, con almeno una cinquantina di casi le cui cause sono ancora sconosciute. Inoltre, è stato registrato un alto numero di tentati suicidi tra i detenuti, con 1.034 episodi, con il personale penitenziario spesso costretto a intervenire per prevenire ulteriori tragedie.
Le aggressioni al personale rappresentano un’altra faccia tragica di questa emergenza: 2.050 attacchi nel solo 2024, con le strutture campane che svettano in negativo, seguite da quelle lombarde e laziali. Un quadro complessivo in cui la tensione è palpabile e i rischi per la sicurezza aumentano ogni giorno.
Il personale penitenziario a rischio
A queste problematiche strutturali si aggiunge un grave deficit di personale. Negli ultimi anni, circa 18.000 agenti sono andati in pensione, con le nuove assunzioni che hanno solo in parte compensato questa perdita. Di Giacomo sottolinea che con una media di 3.000 nuovi detenuti l’anno e una diminuzione dell’organico, le carceri italiane sono ormai simili a quelle dei paesi sudamericani, pericolosamente lontane dagli standard europei.
Traffico di droga e telefoni
La situazione è ulteriormente aggravata dalla crescita esponenziale del traffico di sostanze stupefacenti all’interno delle carceri. Nel 2024, i casi di stupefacenti sequestrati sono aumentati del 400% e il ritrovamento di telefonini ha segnato un incremento del 600%. Ciò rende evidente come il controllo da parte delle organizzazioni criminali sia consolidato, con direttive impartite direttamente dalle celle.
Politiche inefficaci e necessità di intervento
Di Giacomo rileva che l’azione dello Stato è stata insufficiente per far fronte a una crisi di tali dimensioni. "Gli ultimi decreti approvati sono come un’aspirina somministrata a un malato terminale," afferma con preoccupazione, suggerendo che si rende necessaria un’azione più incisiva e organizzata per affrontare la spirale di violenza ed inefficacia che caratterizza attualmente il sistema penitenziario italiano.
Il futuro delle carceri Italiane sembra dunque tanto incerto quanto inquietante, in un contesto dove la giustizia deve confrontarsi con una realtà sempre più complessa e deteriorata.