Quante volte vi sarà capitato di sentire o dire “ti finisci ai tri canceddi“? Per i più giovani questa frase potrebbe sembrare enigmatica, ma i catanesi più veraci ne conoscono perfettamente il senso.
I Tri Canceddi, infatti, fanno riferimento al Cimitero Monumentale di Catania: il nome fu assegnato dai cittadini catanesi poiché l’accesso principale è delimitato da tre imponenti cancelli (per l’appunto) in ferro battuto.
Le origini e la storia dei Tri Canceddi
Situato nella storica via Acquicella, nel quartiere omonimo a nord di Zia Lisa, il Cimitero Monumentale di Catania, è un luogo intriso di monumenti e racconti peculiari che costituiscono un importante tassello nella storia della città.
Inaugurato nel 1866, su di un terreno precedentemente appartenente al monastero di Santa Chiara, il cimitero fu istituito dopo che le leggi eversive privarono le clarisse della proprietà. Prima del 1850, a Catania non esisteva un cimitero vero e proprio, con nobili e ricchi borghesi seppelliti all’interno delle chiese. Tuttavia, l’emanazione dell’editto Saint Cloud nel 1804 da parte di Napoleone pose fine a questa pratica, dando impulso alla creazione di cimiteri pubblici.
Il primo tentativo di costruire un cimitero si ebbe nel 1835, ma il terreno si rivelò inadatto. Fu solo nel 1871 che l’ingegnere Leone Savoja, affiancato da altri importanti personaggi come Ignazio Landolina e Filadelfo Fichera, riuscì a completare la struttura. Il cimitero divenne un luogo di riposo per coloro che persero la vita durante l’epidemia di colera del 1877, che decimò la popolazione locale.
Originariamente progettato da Landolina con un’imponente visione che includeva un pantheon e un boschetto per le cappelle, il progetto fu successivamente adattato da Savoja per essere più in linea con le risorse disponibili.
Vennero eretti due accessi al Cimitero Monumentale di Catania: il primo, di carattere principale, si caratterizza per un edificio in stile neoclassico composto da tre fornici chiusi da cancelli; il secondo, invece, fornisce un accesso diretto al viale delle Confraternite. Un terzo ingresso, situato lungo Via Acquicella, venne realizzato negli anni sessanta del Novecento in seguito all’espansione del camposanto.
La struttura attuale, con i suoi viali alberati e le cappelle gentilizie disposte con armonia, fu realizzata dal prolifico progettista Filadelfo Fichera nel 1879.
Il Cimitero Monumentale di Catania oggi
Ancora oggi, l’accesso avviene attraverso i due ingressi originali, noti come “i tre cancelli”. È inoltre impossibile non notare, al suo interno la diversità stilistica e stili architettonici che spaziano dal Greco- Romano al Normanno, dall’egizio al Gotico e così via.
Girando tra i viali è possibile osservare anche alcune opere d’arte tra cui la stele Cardone di Antonio Ugo e il Monumento alla Sapienza di Enzo Assenza.
Le Cappelle, il Viale degli Uomini Illustri, e il Ricco Mosaico Sociale
All’interno del cimitero, è possibile trovare il Viale degli Uomini Illustri che ospita le tombe di personalità di spicco della città, tra cui le cappelle di alcune famiglie storiche catanesi come quella dei Fichera, Patanè e Fortuna realizzate dall’architetto Francesco Fichera; e quelle delle famiglie Alessi, Spampinato, Tomaselli realizzate dall’architetto Carlo Sada.
Fra i personaggi sepolti emergono nomi illustri come lo scrittore verista Giovanni Verga, che ha reso Catania celebre in tutto il mondo, Federico De Roberto, Mario Rapisardi, Giuseppe De Felice, Ercole Patti e molti altri, riflettendo la variegata e ricca storia culturale della città. Accanto alla tomba di Verga si trova il mausoleo di Angelo Musco, l’attore catanese di “Gatta ci cova” e “Pensami Giacomino”.
Ma tra i viali è possibile trovare anche la tomba dei Santapaola, con la tomba di Maria Grazia Minniti, moglie di Nitto, e quella dell’ispettore capo Giovanni Lizzio, vittima di mafia, sottolineano anche la complessità sociale che caratterizza Catania.
Curiosità e Aneddoti: Dalla Biga di Morgantina alla Mummia di Angelina
Il cimitero ospita curiosità uniche, come il furto e il recupero della Biga di Morgantina nel 2017, una scultura di bronzo che era collocata sul tetto della cappella funeraria della famiglia Sollima e che fu recuperata l’anno successivo, e la mummia di Angelina Mioccio, una giovane donna morta nel 1911, dopo essersi lanciata dal Castelli di Leucatia, per sfuggire a un matrimonio imposto. Oggi, la sua tomba versa in condizioni di abbandono, ma conserva la sua storia struggente.
Il Cimitero Monumentale di Catania, con i suoi “Tri Canceddi”, rimane un luogo di profonda importanza, dove le pietre raccontano le storie di chi ha contribuito a plasmare il tessuto della città nel corso dei secoli. Un viaggio tra le sue vie e cappelle è un’autentica immersione nella storia e nell’anima di Catania stessa.