La nave Libra torna operativa: inizia la "caccia" ai migranti per l’Albania
ROMA – La nave della Marina Militare, Libra, è pronta a riprendere servizio a partire da lunedì prossimo. Il suo compito sarà quello di presidiare le acque a 20 miglia da Lampedusa per accogliere i profughi in arrivo nel Mediterraneo. Un’operazione che si inserisce in un contesto complesso e controverso, caratterizzato da recenti decisioni giudiziarie e sfide politiche.
Il governo italiano non si ferma di fronte alle difficoltà. Dopo il mancato avvio della prima fase del progetto di trasferimento dei migranti in Albania, l’esecutivo ha deciso di riprovare a rendere operativi i centri migranti nel paese albanese. La strategia è chiara: portare a Shëngjin, in Albania, i migranti “idonei”, ovvero gli uomini maggiorenni non vulnerabili e provenienti da Paesi considerati sicuri secondo la normativa italiana.
La nave Libra svolgerà un primo screening a bordo, prima di effettuare il trasferimento. Questo approccio, tuttavia, si presenta come una sfida legale, specialmente alla luce delle recenti sentenze che hanno messo in discussione la legalità della classificazione dei “Paesi sicuri” da parte dell’Italia.
Il ping pong giuridico continua. Infatti, a breve distanza dall’arrivo dei primi 15 richiedenti asilo nell’hub italiano in Albania, il Tribunale di Roma ha bloccato il procedimento, ripercuotendosi negativamente sulla macchina organizzativa. Inoltre, il Tribunale di Bologna ha rinviato alla Corte di Giustizia europea il decreto riguardante i Paesi considerati sicuri, creando ulteriore incertezze legali.
Il governo italiano, tuttavia, appare deciso a non fermarsi. Obiettivo chiaro: far funzionare il sistema. Anche se le recenti sentenze mettono in discussione la legittimità della “procedura accelerata di frontiera”, l’esecutivo intende continuare su questa strada, sperando di evitare ulteriori intoppi.
Le polemiche politiche e sociali aumentano. Con questa nuova fase operativa, il governo dovrà affrontare anche le crescenti critiche riguardo ai costi dell’operazione e all’efficacia della gestione migratoria. Il dibattito si fa sempre più acceso, mentre il clima di scontro tra Roma e vari settori della magistratura continua a crescere.
In conclusione, la riattivazione della nave Libra segna un nuovo passo nella gestione della crisi migratoria per l’Italia. In un contesto caratterizzato da sfide legali e politiche, resta da vedere se questo intervento si rivelerà efficace o se, al contrario, si trasformerà in un ulteriore capitolo di controversie e incertezze.