Firenze: la figlia di una vittima della strage di via Mariti chiede giustizia
FIRENZE – “Stiamo ancora aspettando di capire cosa sia successo. Non abbiamo risposte, non sappiamo chi sia il colpevole”. Queste le parole cariche di emozione di Rym Toukabri, figlia di Mohamed Toukabri, il 54enne operaio tunisino tragicamente ucciso nel crollo di un cantiere di un supermercato avvenuto lo scorso 16 gennaio. La sua testimonianza riaccende l’attenzione sulla strage che ha segnato profondamente la comunità fiorentina.
Rym, accompagnata dallo zio Sarhan, si trova a Firenze per consegnare una raccolta fondi organizzata dalla Misericordia a favore delle famiglie delle cinque vittime di quella terribile vicenda. “Quello che è successo a mio padre è accaduto in passato e potrebbe ripetersi in futuro. Ma sono cose che non dovrebbero accadere più”, ha dichiarato, esprimendo la sua frustrazione e la sua impotenza di fronte a una giustizia che tarda ad arrivare.
La sua voce è un grido di dolore e una richiesta di verità. “Ci sono le indagini in corso, stanno facendo tutto, però non abbiamo una risposta e non sappiamo a chi attribuire la colpa”, ha aggiunto Rym, sottolineando la mancanza di chiarezza in una situazione che continua a provocare angoscia e incertezze. La domanda che affligge non solo lei ma anche le famiglie delle altre vittime è chiara: quando verrà fatta giustizia?
Nonostante il dolore, Rym ha voluto esprimere la sua gratitudine alla Misericordia e a tutte le persone che hanno mostrato sostegno alla famiglia in questo difficile momento. “Ringraziamo chi ci sta vicino e chi si interessa della vicenda”, ha concluso, lasciando intendere che, sebbene il cammino verso la giustizia sia lungo e difficile, il supporto della comunità può fare la differenza.
In attesa di risposte e responsabilità, il ricordo delle vittime rimane vivente, un monito affinché simili tragedie non si ripetano mai più. La lotta di Rym e della sua famiglia è un richiamo a non dimenticare, a non abbassare la guardia e a continuare a chiedere giustizia per chi non può più farlo.