Ucraina e Russia, Israele e Hamas: il timoroso “saluto” al Trump bis dei leader in guerra
L’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti segna un momento cruciale per le tensioni internazionali che affliggono il mondo oggi. Le guerre in Ucraina e in Medio Oriente, tra Israele e Hamas, sembrano entrare in una fase di attesa politica, mentre i leader di queste nazioni rispondono con un mix di cautious optimism e istituzionale cortesia al ritorno del magnate americano.
A proposito della Russia e dell’Ucraina, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso il suo apprezzamento per l’approccio di Trump alla politica estera, definito “pace attraverso la forza”. Questa accoglienza calorosa trova riscontro in un clima generale di soddisfazione che proviene da Mosca, dove il ritorno di Trump suscita speranze di un allentamento delle tensioni giĂ consolidate.
In Medio Oriente, tuttavia, la situazione appare piĂą incerta. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, tra i primi a congratularsi con Trump, ha espresso entusiasmo per un futuro di cooperazione, sottolineando l’amicizia tra i due. Anche il presidente israeliano Isaac Herzog ha postato sui social un messaggio simile, definendo Trump come “un vero e caro amico di Israele” e un “campione di pace e cooperazione”.
Tuttavia, al di là delle congratulazioni, l’atmosfera è tesa. Il neo-ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha rilasciato dichiarazioni che evidenziano un approccio militante, promettendo di “riportare indietro gli ostaggi” e di rimanere “fermi nel sconfiggere l’asse del male guidato dall’Iran”. Queste parole rivelano quanto sia fragile il fronte nella regione, nonostante i segnali di apertura diplomatica.
Dall’altra parte, le reazioni di Hamas sono notevolmente più critiche. Un alto funzionario del gruppo, Sami Abu Zuhri, ha invitato Trump a “imparare dagli errori di Biden”. Questa frase, diretta e provocatoria, suggerisce che il movimento islamista non vede di buon occhio il ritorno di un ex presidente che ha già dimostrato di avere posizioni ferme contro di loro.
La nuova amministrazione Trump si troverà dunque a gestire una serie di crisi geopolitiche che non possono essere ignorate. La reazione dei leader in conflitto riflette un accenno di speranza mescolato a preoccupazione per ciò che potrebbe significare un secondo mandato di Trump. Le dinamiche delle relazioni internazionali potrebbero subire profondi cambiamenti, ma resta da vedere se questo “saluto timoroso” aiuti davvero a mitigare tensionsi globali o se, al contrario, possa innescare nuovi conflitti.
In definitiva, il mondo guarda ora con attenzione alle politiche che il neo-eletto presidente deciderĂ di intraprendere, consapevole che le sue decisioni avranno ripercussioni ben oltre gli Stati Uniti.