Il rigurgito dei “negazionisti del voto”: così il trionfo di Trump alimenta il complottismo per il 2020
ROMA – L’elezione di Donald Trump ha riacceso le fiamme del complottismo legato ai “negazionisti del voto”, un movimento che ha già prodotto battaglie infuocate dopo le elezioni presidenziali del 2020. Nonostante il trionfo evidente del candidato repubblicano nella tornata elettorale più recente, alcuni esponenti continuano a mettere in discussione la legittimità dei risultati passati, alimentando dubbi sulle elezioni del Senato ancora in fase di scrutinio.
I “negazionisti” lamentano la scomparsa di circa 20 milioni di voti, comparando i dati delle ultime elezioni con quelli del 2020. Cleta Mitchell, alleata di Trump e figura di spicco in questo movimento, ha sollevato interrogativi sul dato secondo cui il leader repubblicano avrebbe ottenuto cinque milioni di voti in meno rispetto alla precedente tornata. “Dove sono finiti 20 milioni di voti tra il 2020 e il 2024?”, ha twittato, manifestando la sua incredulità su un’importante flessione del sostegno per Trump.
Anche Abraham Hamadeh, recentemente eletto alla Camera dei rappresentanti in Arizona, ha seguito il medesimo filone: “20 milioni di elettori democratici scomparsi: dove sono finiti?”. In realtà , però, oltre 157,5 milioni di persone sono attese alle urne, un numero simile agli oltre 159 milioni del 2020, con voti ancora da conteggiare in stati chiave come California, Arizona e Nevada.
Ben Berwick, avvocato dell’organizzazione non-profit Protect Democracy, ha commentato la situazione sottolineando che il rifiuto delle elezioni è sempre stato un tentativo di negare risultati sgraditi. “Non sorprende che la falsa narrazione del voto evapori quando il candidato preferito ottiene buoni risultati”, ha aggiunto Berwick, evidenziando il costante gioco di verdetti che alimenta il clima di disillusione.
Joe Biden, nel suo discorso al Rose Garden, ha esortato a mettere a tacere le voci riguardanti l’integrità del sistema elettorale americano, ma le dichiarazioni di alcuni repubblicani suggeriscono che tale speranza potrebbe rimanere inascoltata. Il messaggio di Biden non pare aver smorzato le polemiche, che continuano a proliferare tra gli schieramenti politici.
Il delicato equilibrio cercato dai negazionisti appare evidente nelle contraddizioni espresse dai loro leader. Tom Fitton, alla guida del gruppo conservatore Judicial Watch, ha pubblicamente dichiarato: “Il furto è stato effettivamente fermato”, per poi rapidamente ritrattare i suoi commenti affermando che ci sono segni di “corruzione elettorale” in corso nella contea di Maricopa. Questo andirivieni di posizioni evidenzia un tentativo combinato di mantenere vivo un narrazione complottista, alimentando ulteriormente discordia e confusione tra gli elettori.
Mentre il conteggio dei voti continua, l’eco delle elezioni passate risuona forte nelle discussioni attuali, suggerendo che la questione della fiducia nel processo elettorale USA è ben lontana dall’essere risolta.