Un italiano su 10 vive in povertà assoluta: la Caritas lancia l’allerta
ROMA – Un italiano su dieci vive in condizioni di povertà assoluta, secondo l’ultimo rapporto della Caritas presentato oggi. Con una popolazione colpita da questa difficile realtà che raggiunge i 5 milioni e 694 mila individui, l’ente caritatevole tira le somme di una situazione allarmante che si fa sempre più critica, soprattutto al nord del paese.
Il documento rivela che, in particolare, il numero totale di famiglie in difficoltà si attesta a oltre 2 milioni e 217 mila, corrispondendo all’8,4% dei nuclei familiari. Questo dato rappresenta un incremento rispetto all’anno precedente, evidenziando quanto le difficoltà economiche non accennino a diminuire. Dall’inizio della serie storica nel 2014, i picchi di povertà sono intensificati notevolmente, passando dal 6,9% al 9,7% per le persone e dal 6,2% all’8,4% per le famiglie.
Il fenomeno della povertà ereditaria si manifesta in modo preoccupante: il 34% degli adulti italiani tra i 25 e i 59 anni che da giovani vivevano in famiglie svantaggiate, ora si ritrova in condizioni economiche precarie. Questo dato è particolarmente significativo in confronto alla media europea, dove tale percentuale è solo del 20%. Solo Romania e Bulgaria registrano cifre più elevate.
Un focus sul nord del paese rivela un dato preoccupante: dal 2014, il numero di famiglie povere nelle regioni settentrionali è raddoppiato, passando da 506 mila a quasi un milione (+97,2%). Al contrario, la povertà nelle regioni meridionali è aumentata solo del 12,1%, segnando un’inversione di tendenza rispetto agli anni scorsi, quando il Mezzogiorno registrava un’incidenza di povertà ben superiore.
Oltre a ciò, la povertà minorile ha raggiunto il 13,8%, un dato che rappresenta il massimo storico. Oltre un milione di bambini vive in condizioni di povertà, evidenziando un quadro drammatico in cui quasi un indigente su quattro è un minore.
La situazione lavorativa non è migliore: tra i lavoratori, il tasso di povertà è cresciuto all’8%, con un aumento significativo tra chi svolge lavori precari. In particolare, mentre il 2,8% dei dirigenti o impiegati si trova in difficoltà economiche, la percentuale balza al 16,5% tra gli operai, evidenziando una crescente fragilità occupazionale.
L’analisi delle misure di sostegno indica che 331 mila famiglie sono rimaste senza aiuti a causa delle nuove policy introdotte, che hanno modificato i criteri di accesso ai sussidi. Il passaggio dal Reddito di Cittadinanza all’Assegno di Inclusione ha escluso molte categorie vulnerabili, compresi nuclei monocomponenti e famiglie in affitto, in un momento in cui il bisogno di supporto è più che mai cruciale.
La Caritas esprime la necessità di un ripristino del sostegno universale, sottolineando l’importanza di ampliare e semplificare le misure di aiuto. In un contesto in cui il numero delle famiglie emarginate continua ad aumentare, è fondamentale rivedere le politiche attuali per garantire una rete di sicurezza più inclusiva e accessibile a tutti.
In conclusione, il rapporto della Caritas non è solo un documento statistico, ma un accorato appello alla società e alle istituzioni: le difficoltà economiche sono un fenomeno diffuso, che non risparmia neanche le regioni più ricche, e richiedono un’attenzione immediata e un rinnovato impegno da parte di tutti.