Minacce a Report dopo un servizio su Israele: "Dovete fare la fine di Charlie Hebdo"
Roma – Un clima di paura e intimidazione si è abbattuto sulla redazione di Report a seguito della trasmissione di un servizio critico sulla situazione in Israele e Gaza. "Vi dovreste vergognare per l’ignobile servizio anti Israele della scorsa settimana. Pulizia etnica da parte dell’esercito israeliano a Gaza!? La meritereste Voi, stile redazione di Charlie Hebdo", è il contenuto agghiacciante del messaggio ricevuto, come raccontato dal conduttore Sigfrido Ranucci in un post sulla sua pagina Facebook.
Ranucci, che da tempo vive sotto scorta per le minacce ricevute in relazione al suo lavoro, ha descritto queste intimidazioni come “agghiaccianti”. Il riferimento all’attentato di Charlie Hebdo, avvenuto il 7 gennaio 2015, è stato esplicito e inquietante, evocando la memoria di un attacco devastante che costò la vita a dodici persone, tra cui il direttore del settimanale francese e diversi collaboratori. Il conduttore ha dichiarato di aver segnalato l’episodio alle autorità competenti.
La reazione alle minacce non si è fatta attendere. Barbara Floridia, presidente della commissione di vigilanza Rai, ha espresso “piena e totale solidarietà” alla redazione di Report, definendo le minacce ricevute come un atto indegno contro la libertà di informazione. “Mi auguro che le autorità competenti riescano ad individuare il prima possibile il responsabile di questo atto che segna un ennesimo attacco alla libertà di informazione nel nostro Paese”, ha aggiunto Floridia, rimarcando l’importanza della protezione del lavoro giornalistico.
Anche il Movimento 5 Stelle ha espresso il proprio sdegno per le minacce indirizzate a Report, sottolineando la gravità della situazione. “Sigfrido Ranucci è già costretto a vivere sotto scorta e ricevere simili minacce rappresenta l’ennesimo vile attacco alla stampa indipendente”, hanno dichiarato gli esponenti del M5S in commissione, ribadendo l’urgenza di una risposta politica forte e unita contro tali atti.
La situazione rimane critica, con la redazione di Report che continuerà a essere al centro dell’attenzione, simbolo di una pressante lotta per la libertà di espressione in un contesto sempre più delicato. Queste minacce rappresentano non solo un attacco a un programma televisivo, ma un serio campanello d’allarme per la democrazia e il pluralismo informativo nel nostro Paese.