Brand Journalism Festival svela segreti inediti | È davvero possibile costruire una comunicazione etica e trasparente?

Manager e giornalisti a confronto al ‘Brand Journalism Festival’: un appello all’etica nella comunicazione

ROMA – Etica, trasparenza e sostenibilità: questi i principali temi affrontati nella prima edizione del ‘Brand Journalism Festival’, tenutasi oggi a Roma presso il Talent Garden Ostiense, sotto l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo. L’evento ha totalizzato la partecipazione di oltre 200 figure del settore, tra cui editori, giornalisti, e dirigenti di aziende, uniti nella missione di promuovere un’informazione responsabile che superi la semplice promozione commerciale.

Il festival ha messo in risalto il ruolo cruciale del ‘Brand Journalism’, un approccio che invita a pratiche comunicative più trasparenti e consapevoli. «L’obiettivo è formare un pubblico critico e informato», ha affermato Ilario Vallifuoco, CEO di Social Reporters e ideatore dell’evento. A discutirne le potenzialità, un panel di esperti composto da figure di spicco del mondo della comunicazione, tra cui Carlo Corazza, direttore dell’Ufficio del Parlamento Europeo in Italia, e Alessandra Cappello, responsabile communication di Gruppo Unipol.

Una delle sessioni più attese ha trattato le crisi reputazionali, affrontando il tema con la domanda stimolante: “Ho fatto naufragio, bene ho navigato”. Moderato da Silvia Zucco, direttore generale dell’Agenzia di Stampa Dire, il panel ha visto la partecipazione di esperti come Walter Ricciardi e Leonardo Donato, che hanno analizzato le difficoltà e le strategie necessarie per gestire momenti di crisi in modo efficace.

Durante la giornata, è emerso con forza il concetto di reputazione aziendale come valore fondamentale. Secondo Marco Brachini, CMO di Sara Assicurazioni, “lavorare su una comunicazione trasparente, reale e autentica è determinante per costruire una solida ‘brand reputation’ e dare valore alla marca”. Egli ha sottolineato l’importanza di utilizzare nuovi mezzi e strumenti digitali, come i podcast, per veicolare contenuti significativi.

“Informare, ingaggiare, fare”: questo il metodo ci tiene a presentare Alessandra Cappello per la comunicazione interna di Gruppo Unipol. "Informare correttamente i nostri colleghi e coinvolgerli attraverso i social media è fondamentale per attivare cambiamenti positivi all’interno dell’azienda," ha evidenziato, dimostrando quanto sia cruciale la comunicazione autentica ai fini del successo aziendale.

Anche Giulia Caramaschi del Gruppo Hera ha riportato l’attenzione all’aspetto narrativo del Brand Journalism: “Creare narrazioni coinvolgenti è essenziale per distinguere il nostro brand in un mercato di prodotti standardizzati.” Questa prospettiva ribadisce l’importanza delle storie, delle persone e dei valori nel comunicare l’essenza di un’azienda.

Nel panel dedicato al rapporto tra responsabili della comunicazione e mondo giornalistico, Paolo Tedeschi di Canon Italia ha enunciato i valori di “trasparenza e rispetto”. “L’arroganza non porta a nessun risultato,” ha concluso, puntualizzando l’importanza di un approccio umile e collaborativo, soprattutto tra i brand più noti e rispettati.

In sintesi, il ‘Brand Journalism Festival’ non è stata solo un’opportunità di networking, ma un importante passo verso una comunicazione aziendale più etica, trasparente e responsabile. L’appello di manager e giornalisti è forte: un’informazione autentica è cruciale per costruire un futuro sostenibile.