Francia-Israele nel deserto dello Stade de France | Il clamoroso BOYCOTT che ha gelato il calcio!

Francia-Israele nel deserto di Parigi: il calcio tra politica e assenteismo

Allo Stade de France, sabato sera, è andato in scena un evento che avrebbe dovuto essere celebrato come una festa dello sport, ma che si è trasformato in un triste spettacolo. Il match tra Francia e Israele, valido per la Nations League, ha visto un’affluenza davvero inaspettata, facendo ricordare a molti i tempi confusi della pandemia da Covid-19. Con oltre 4.000 agenti a pattugliare le strade, l’atmosfera era tesa e surreale.

La situazione è ancora più emblematica se si considera che, dei circa 20.000 biglietti venduti, poco più di 18.000 persone hanno deciso di affrontare la difficoltà di recarsi a Saint-Denis. Non si era mai visto, dalla sua inaugurazione nel 1998, un numero così scarso di spettatori per un evento sportivo di tale rilevanza, con il precedente record di affluenza che risaliva alla Confederations Cup nel 2003, quando furono oltre 36.842 i tifosi a riempire gli spalti.

Sebbene ci fossero alcuni sostenitori israeliani che hanno sventolato bandiere, creando un apparente contrasto con i posti vuoti, è innegabile che l’atmosfera fosse tutt’altro che celebrativa. A rendere la serata ancora più singolare, in tribuna si possono contare ben tre presidenti francesi: Emmanuel Macron, François Hollande e Nicolas Sarkozy. La loro presenza, in un contesto così desolato, ha accentuato l’impressione che il calcio stia subendo la pressione della politica.

I fischi che hanno accolto i giocatori israeliani durante il riscaldamento e l’annuncio delle formazioni hanno rivelato un malessere palpabile tra i tifosi. Nonostante non siano state esposte bandiere palestinesi, il clima di tensione e il disinteresse generale segnalano un conflitto non solo tra tifoserie, ma anche all’interno della società francese stessa.

La serata si è chiusa senza la vibrazione di una partita di calcio, ma con il ricordo di una città presidiata e un popolo che manifesta il proprio dissenso nei confronti della politicizzazione dello sport. Il calcio, una volta fondamentale strumento di unione, sembra ora aver subito l’influenza di divisioni e controversie che lo allontanano dal suo spirito originario.