Da qualche tempo, una reliquia della storia catanese è tornata a suscitare curiosità e riflessioni: la Pietra del Malconsiglio, ora posizionata nell’area antistante l’ingresso del Castello Ursino. Questo antico capitello del XVI secolo, che per anni è rimasto custodito nella corte di Palazzo degli Elefanti, rappresenta non solo un cimelio del passato, ma anche un simbolo delle lotte popolari contro l’oppressione e la tirannia.
La storia della Pietra del Malconsiglio affonda le sue radici in un periodo di grande fermento politico e sociale nella Sicilia del primo Cinquecento. Tra il 1516 e il 1517, l’isola fu teatro di una serie di rivolte popolari che coinvolsero tutte le città, eccetto Messina. Questi tumulti, noti come “i secondi Vespri Siciliani”, furono un’espressione di malcontento nei confronti del viceré spagnolo Ugo Moncada, percepito come un simbolo dell’oppressione straniera e della connivenza tra il potere politico e le élite locali.
A Catania, Moncada trovò sostegno tra i nobili della città, in particolare tre figure influenti: Cesare Gioeni, Girolamo Guerrera e il magistrato Blasco Lanza. Secondo le cronache, questi uomini erano soliti riunirsi di notte in Piazza dei Triscini (oggi Piazza Santa Nicolella), attorno a un vecchio masso che divenne il luogo simbolico delle loro congiure. Tuttavia, gli eventi presero una piega tragica per questi alleati del viceré: alcuni di loro trovarono la morte durante la rivolta, mentre altri furono giustiziati il 10 marzo 1517 nel Piano delle Forche (oggi Piazza Cavour).
La pietra, testimone silenziosa di questi intrighi e tragici eventi, venne ben presto soprannominata dal popolo come la Pietra del Malconsiglio. Il nome rifletteva la percezione collettiva di un’influenza nefasta legata ai complotti che si erano svolti attorno ad essa e ai loro drammatici esiti. Per lungo tempo, il capitello restò abbandonato in Piazza Manganelli, quasi dimenticato.
In seguito, venne trasferito prima ai Quattro Canti, poi nel secondo cortile di Palazzo Carcaci, e infine nella corte di Palazzo degli Elefanti, dove rimase custodito per anni. Recentemente, il masso è stato ricollocato in uno spazio più visibile e significativo per la città: l’area davanti al Castello Ursino, simbolo della storia e della resistenza catanese.
Oggi, la Pietra del Malconsiglio non è solo un reperto storico, ma un monito e un simbolo della lotta contro la tirannia e della forza delle rivolte popolari. La sua esposizione presso il Castello Ursino invita i catanesi e i visitatori a riflettere sul passato della città e sulle dinamiche di potere che hanno segnato la sua storia.
Grazie a iniziative come quella promossa da Obiettivo Catania e al recupero della memoria storica da parte del Comune di Catania, questo antico capitello torna a raccontare una storia di speranza, resistenza e trasformazione sociale. La sua presenza fisica nello spazio urbano diventa un invito a conoscere e a custodire la memoria della città, ricordando che persino le pietre possono narrare vicende di straordinaria intensità.