Il nuovo governo Trump: un incubo per il movimento #MeToo
Di Mario Piccirillo
ROMA – La lista delle accuse di reati sessuali si allunga in vista della prossima amministrazione Trump. Sono già cinque le figure chiave del nuovo governo, incluso il neo-eletto Presidente, ad essere accusate di vari crimini sessuali. Un dato che non può passare inosservato né dai media, né dall’opinione pubblica in un’epoca in cui il movimento #MeToo ha conquistato una crescente rilevanza.
A guidare questa controversa schiera è Donald Trump, il quale, già condannato l’anno scorso per molestie sessuali in un processo civile, sembra non avere alcuna intenzione di ritirarsi dalla scena politica. La sua resilienza rispetto a tali accuse potrebbe fare da apripista per una nuova era di normalizzazione di comportamenti che, in altri contesti, avrebbero portato a gravi conseguenze.
Tra i nominati spiccano nomi noti come Matt Gaetz, accusato di rapporti sessuali con una minorenne e candidato a dirigere il Dipartimento di Giustizia, e Pete Hegseth, anchorman di Fox News, che ha affrontato accuse di violenza sessuale. Tali nomine sono emblematiche di un’amministrazione che sembra sfidare apertamente le norme stabilite dal movimento #MeToo.
In un contesto in cui accuse di questo tipo sono riuscite a far cadere potenti figure di Hollywood, Wall Street e oltre, Trump sembra far caso a queste accuse, ignorando i potenziali danni che potrebbero arrecare alla sua immagine e alla sua amministrazione. Secondo il New York Times, la sua strategia potrebbe sembrare calcolata: “Trump è passato alla storia per il controverso ‘Grab ‘em by the pussy’. In effetti, queste parole hanno segnato una svolta, aprendo la strada a un’era in cui le accountability sociali sembra non avere peso”.
Un altro nome controverso è quello di Elon Musk, il nuovo consulente per l’efficienza burocratica, accusato di aver creato un ambiente di lavoro tossico per le donne. Mentre accuse simili hanno messo in ginocchio molte carriere, per Trump e i suoi alleati sembrano essere solo dettagli da ignorare. La situazione di Robert Kennedy Jr., prossimo ministro della Salute, che secondo le accuse avrebbe palpeggiato una babysitter di famiglia, aggiunge ulteriore polvere sul tavolo.
Legh Gilmore, autore di "The #MeToo Effect: What Happens When We Believe Women" e professore emerito alla Ohio State University, commenta: “Trump sta creando una visione del mondo. Sta cambiando le norme mentre si muove”. Un’affermazione che mette in luce come la leadership non solo gestisca delle istituzioni, ma che plasmi anche un certo tipo di cultura e di percezione sociale verso comportamenti inaccettabili.
In questo scenario post-elettorale, il futuro della sottile questione delle molestie sessuali e del riconoscimento delle vittime potrebbe avere un impatto diretto non solo sulla politica, ma anche sulla società stessa. Con dichiarazioni di intenti che appaiono sfidanti, il movimento #MeToo si trova davanti a una nuova prova di resistenza, che promette di essere tutt’altro che semplice.