Bufera sul ‘decreto Salva Milano’: il futuro dei grattacieli a Milano è in discussione
Milano, 20 novembre 2024 – Si accende il dibattito nella commissione Ambiente della Camera sul “decreto Salva Milano”, una norma destinata a rivedere radicalmente la legge urbanistica del 1942. L’obiettivo di questo provvedimento è quello di sbloccare la costruzione di nuovi grattacieli e di altri progetti edilizi a Milano, un tema che ha attirato l’attenzione dei cittadini e degli attivisti ecologisti.
La seduta di ieri ha visto un acceso confronto tra i membri della commissione, con le forze di opposizione, rappresentate principalmente da Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) e Movimento 5 Stelle (M5S), che hanno contestato in maniera decisa il provvedimento. “La votazione finale rispecchia una singolare confluenza di interessi fra il Partito Democratico e le forze di centro-destra,” ha dichiarato Antonino Iaria del M5S, sottolineando le preoccupazioni legate alle implicazioni di questa legge.
L’obiettivo del decreto
Il “decreto Salva Milano” è stato concepito per semplificare le procedure di autorizzazione edilizia, rendendo più agevole la costruzione di nuovi edifici su terreni già urbanizzati. L’intento è chiaro: snellire le regolamentazioni che attualmente ostacolano l’avvio dei lavori, specialmente per edifici alti. Tuttavia, la legislazione è stata immediatamente criticata per il suo potenziale impatto sulla legalità e sui diritti dei cittadini.
Il testo della legge prevede che, in determinati casi, non sia necessaria l’approvazione preventiva di piani dettagliati, suscitando preoccupazioni tra coloro che temono un aumento della speculazione edilizia. Ne è un esempio il recente sequestro dell’elegante “Scalo House”, nell’Isola, che ha messo in luce la fragilità del sistema di controllo.
Accuse di illegittimità e mancanza di copertura
Uno dei punti più contestati durante la discussione è stata la presunta mancanza di copertura economica per il provvedimento. Angelo Bonelli, leader dei Verdi, ha affermato che “è inconcepibile procedere nell’esame del provvedimento senza certezze sui suoi effetti sulla finanza pubblica.” Secondo Bonelli, la riduzione degli oneri di urbanizzazione proposti dal decreto potrebbe portare a minori entrate per le casse pubbliche.
Il presidente della commissione, Mauro Rotelli, ha cercato di contenere le critiche, ribadendo che la commissione bilancio è chiamata a esprimere un parere sugli effetti economici della proposta. “La legge non avrà oneri per la finanza pubblica,” ha difeso il relatore Tommaso Foti di Fratelli d’Italia, cercando di rassicurare i membri della commissione.
Conseguenze a lungo termine
Malgrado le rassicurazioni, la tensione rimane alta. Agostino Santillo del M5S ha avvertito che “sarebbe stato opportuno attendere l’esito di pronunce giurisdizionali in corso,” mentre altri rappresentanti delle opposizioni hanno messo in guardia sulle possibili ripercussioni del decreto su altre città italiane.
Antonino Iaria ha evidenziato che “la proposta è motivata dall’elevata premialità prevista per gli interventi edilizi nel comune di Milano,” suggerendo che le vere intenzioni siano legate a interessi settoriali piuttosto che alla pianificazione urbana sostenibile.
Conclusioni
In un clima di crescente tensione, il “decreto Salva Milano” si presenta come una norma controversa, che potrebbe trasformare il volto della città, ma che solleva anche serie preoccupazioni di legittimità, sostenibilità e trasparenza. Le prossime settimane saranno decisive per capire se le promesse di sviluppo si tradurranno in un beneficio per la comunità o se porteranno a un incremento della speculazione e del degrado urbano.