Allarmi e ambasciate chiuse in Ucraina: un clima di tensione mentre si attende Trump
ROMA – La situazione in Ucraina rimane estremamente tesa: gli allarmi di sicurezza echeggiano nelle città di Kiev e Kharkiv, mentre le ambascie di Stati Uniti, Spagna, Italia e Grecia hanno annunciato la loro chiusura. Queste decisioni sono state adottate nel timore di possibili raid significativi da parte della Russia, dopo l’uso da parte dell’Ucraina di missili a lungo raggio Atacms, che hanno raggiunto la regione di Bryansk, in territorio russo.
Fonti interne a organismi internazionali, che operano sul campo, affermano che le previsioni relative a una potenziale ritorsione da parte di Mosca non tengono conto dell’“interesse strategico” della Russia. Secondo queste analisi, l’attuale comportamento della Russia è più incentrato sull’occupazione di territori ucraini, specialmente in quelle aree che molti abitanti delle regioni centrali e occidentali dell’Ucraina considerano “traditori” filo-russi.
Le autorità ucraine avvertono che un attacco massiccio di ritorsione da parte della Russia risulterebbe poco vantaggioso per il Cremlino. La strategia russa, al contrario, sembrerebbe enfatizzare il mantenimento del controllo territoriale piuttosto che una reazione impulsiva. “La Russia non ha alcun interesse strategico a ‘dare una lezione’”, spiegano, suggerendo che Mosca punterà a mantenere la pressione militare senza però intraprendere azioni eclatanti.
Il conflitto si intensifica, con movimenti delle forze russe non solo nel Donetsk ma anche verso sud, nelle direttrici di Zaporizhzia e Kherson. L’ultimo bombardamento russo ha colpito un ponte cruciale che collega Kharkiv a Lyman, evidenziando il rischio costante di escalation militare.
Tuttavia, le fonti sottolineano anche i limiti dell’Ucraina. “Kiev utilizzerà missili a lungo raggio, ma non ne ha molti”, e le attrezzature necessarie per il loro uso efficace non sono state ancora fornite completamente dagli Stati Uniti. Questo porta a considerare il momento attuale come una fase di “mosse tattiche”, in attesa di sviluppi futuri legati all’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca.
Nel contesto di questo conflitto, i dati delle Nazioni Unite rivelano un quadro drammatico: oltre quattro milioni di persone sono state costrette a lasciare le proprie case all’interno dell’Ucraina, mentre più di sei milioni hanno cercato asilo all’estero. La continua incertezza e instabilità politica e militare lasciano presagire che queste cifre potrebbero continuare a crescere nei prossimi mesi.
Mentre il mondo osserva, la strategia russa e le risposte ucraine sembrano essere in una fase di attesa e riassetto, in un contesto di tensioni internazionali che continuano a evolversi.